Ascolti. Gangalistics recensione di G.Luca Filice

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Tratto da ” Parolesuoni” Reloaded  Canovacci di scene vissute in Ascolto di G.L.Filice 

Muovo i miei primi passi in Gangalistics, come si fa quando si entra in una vecchia città fantasma, distrutta da un bombardamento e  spopolata dalla fame.E’ chiara l’atmosfera di mistero che si cela ad ogni scricchiolio delle mie scarpe sui calcinacci, sulle pietre scivolose, sui vetri taglienti e insidiosamente nascosti dal buio. Ci si domanda subito che cosa possa essere successo. Chi abitava quelle vie, quei vicoli disperati e disperanti. Gangalistics non è una passeggiata nella miseria di un quartiere  malfamato, nel vissuto di una favelas, nel covo di una baby gang.E’ una corsa fremente e millenaristica da ultimo uomo sulla terra, che passa attraverso i palazzi dell’opulenza e circonda le vecchie case popolari fino a giungere alle fattorie abbandonate e gremite di animali impazziti e nuovamente selvaggi.

La musica diviene un vettore di verità future, un acceleratore di  particelle che piega le linee del tempo e dello spazio e ti porta in uno spazio del multiverso tutto sommato più pessimistico eppur più   vivo e concreto del nostro.Uno spazio dove vengono meno le false certezze, i vestiti che l’anima  si mette per nascondersi e proteggersi dalla magia creatrice del  nulla, collante e costante di ogni vivente.Un tuffo nel nulla e nella sua sostanza e materia pura, i brani di Ganga sono compagnia perfetta, espressione della quiete, fine dell’ansia ontologica, fine della ricerca a tutti costi dell’essere.Nel non essere tutto si dimensiona, Ganga apre buchi neri che accerchiano chi lo ascolta come soldati silenti e silentemente  lo  conquistano.

La semplicità danza balli complessi, la fine ammicca l’inizio, la tovaglia si piega in parti sempre più piccole fino a sembrare un  fazzoletto utile per asciugarsi le lacrime di un addio.  Da Brainwashing a The Hood skit è tutto blandire, corteggiare, ribaltare, riordinare, disordinare. Tutti i contrari hanno un senso comune in gangalistics, le leggi sono sciolte, l’anarchia governa nel caos e il caos è attratto dall’armonia, ne è attratto fino all’amplesso che in I Got Lalla si dispiega come vento su un campo di margherita e di tulipani. Come un bambino se ne spia l’irruenza, la dolcezza, la  passione.Come un bambino ci si spaventa fino a giungere all’oblìo.E alla curiosità di riascoltare di nuovo tutto, come in una giostra  dell’assurdo. Come l’ossessione delle stagioni, delle albe e dei tramonti.

First album preview 

http://www.youtube.com/watch?v=FaeVXyIO8Co&list=PL779B5A1F2E377B38

Album Player 

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