Intervista Analogica. Andrea Locci Malamorri il Blues in Lingua Sarda made in Casteddu

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Andrea Locci è un cantautore isolano che racconta in Blues la Sardegna e la vita. Fa parte della scuderia nootempo factory. Quello che colpisce di questo artista con il Baffo che si prepara per l’uscita del suo primo singolo è il suo mix di Blues and rock farcito di Ironia e impegno. Andrea non si prende mai sul serio e crediamo sia un atteggiamento premiante per qualsiasi artista che vuole comunicare qualcosa. Una novità assoluta nel panorama del Blues sardo, uno dei pochi ( pochissimi ) a produrre canzoni  Blues originali in lingua sarda.  Malamorri ama la sua città, Cagliari e ama il Mare. Si racconta senza filtri e senza veli nella nostra intervista analogica. Come sempre , leggere , condividere e moltiplicare all’infinito perchè questi Artisti meritano davvero attenzione.   

io scrivo in sardo perché sono Sardo e mi viene naturale esprimermi in sardo.

N Presentaci la tua scheda personale
Eccomi qua! Allora: mi chiamo Andrea Locci e sono nato il secondo giorno di un piovoso Ottobre del millenovecentoottantasette… Chitarrista, sognatore, pescatore e anche un po’ Ingegnere!  Mi sono avvicinato alla musica “suonata” grazie al mio amico fraterno Roberto Boi, con il quale poi successivamente suonai in più e più band, e da quel giorno non mi sono più scollato la musica di dosso! Nella storia recente posso annoverare varie collaborazioni artistiche, ma sicuramente una delle pagine della mia vita più importanti degli ultimi tempi l’ho scritta con la mia ex band gli Shoddhouse ( Shoddhouse nei quali Andrea è stato Co-fondatore e frontman NdR ) con i quali penso di aver trovato la giusta maturazione artistica per far partire questo mio nuovo cammino!

N Raccontare la vita con il Blues
Questa domanda porta in se un concetto per me fondamentale: il Blues ti racconta. Il Blues è vero nella stessa misura nella quale lo è l’interprete… nel blues non ti puoi nascondere, ti devi spogliare e ti mettere a nudo di fronte a tutti senza fronzoli e abbellimenti. Sei quello che sei. Per questa ragione raccontare la vita con il blues è naturale, semplice ed efficace, è trasversale… raggiunge tutti. Nient’altro che l’urlo sommesso della tua anima che vaga alla ricerca di se stessa, una smisurata preghiera che parte dall’interno e scalpita per uscire…  Ecco come il Blues racconta la vita. Partendo dagli emarginati passando per: i disadattati e la gente comune fino ad arrivare ai signorotti seduti nelle poltrone in pelle umana tutti siamo incatenati a questa terra e il blues in maniera ancestrale riesce a raggiungere tutti.

nel blues non ti puoi nascondere, ti devi spogliare e ti mettere a nudo di fronte a tutti senza fronzoli e abbellimenti.

N La lingua sarda nei tuoi testi e l’ironia
Sono fermamente convinto che l’ironia sia un requisito importante, l’ingrediente necessario del lavoro di ogni artista. L’ironia verso se stessi e l’ironia verso terzi, attraverso la quale si riesce a catturare un particolare tipo di attenzione. Può essere il mezzo più veloce e immediato per affrontare tematiche delicate, per raccontare episodi di vita vissuta che accomunano tutti noi, o per parlare della triste condizione dell’essere umano senza farsi travolgere da essa stessa. Se poi l’ironia la uniamo alla nostra lingua, ecco che subito riusciamo ad avere un arma affilata per combattere l’egemonia culturale “italiota” impostataci negli ultimi 150 anni. Ecco, forse mi son fatto prendere un po’ dal fervore, però è importante per me: io scrivo in sardo perché sono Sardo e mi viene naturale esprimermi in sardo. Non mi sento limitato in ciò perché io voglio parlare in primo luogo al sardo e poi via via a tutti gli altri. Sarei un folle se pensassi di poter scrivere canzoni in un altra lingua (magari l’inglese) e pretendessi che tutti ne capiscano il significato! Cantando in sardo sono sicuro di essere capito, di non aver problemi di comunicazione!

Se poi l’ironia la uniamo alla nostra lingua, ecco che subito riusciamo ad avere
un arma affilata per combattere l’egemonia culturale “italiota” impostataci negli ultimi 150 anni.

N Cagliari la tua città
Casteddu… Casteddu è il mio amore. Il mio vero amore. Questo perchè Cagliari, Casteddu, Kalaris: è blues. E questo lo si può notare in ogni sua sfaccettatura. Ma andiamo con ordine…Quando si pensa al blues automaticamente ci si immagina gli schiavi neri nei campi di cotone, le armoniche e i jeans, ma il blues non si è fermato lì, è andato avanti con radici forti ma con la grande volontà di stare al passo con i tempi. Sempre nell’ottica della denuncia sociale, sempre nel gioco dell’ironia quasi volgare, sempre rimanendo fedele a se stesso. Il blues è un ossimoro, una melodia minore su una base maggiore. Un ossimoro così come la Sardegna che vede nella bellezza della sua natura e del suo popolo la parte maggiore e  nello sfruttamento indiscriminato delle risorse, nella non curanza politica, nella dispersione delle sue origini e delle proprie radici la parte minore. E cosa può essere più blues della capitale della Sardegna, Casteddu, la città di porto che ha subíto negli anni le angherie dei padroni ogni volta diversi?! Esiste qualcosa di più blues della triste storia della congiura di Palabanda, o della storia dell’efferato omicidio dei Gomez,  del quale rimane targa commemorativa in via Canelles, o, per arrivare ai tempi moderni, del pescatore di Sant’Elia, o dell’ambulante di San Michele?!  Basta sedersi al bar e porre attenzione a quello che si racconta attorno a noi per accorgersi del blues che permea la città. Cagliari nelle sue vie, che sono le sue vene pulsanti, ha il blues che ribolle… e il cagliaritano, lingua bastarda figlia di centomila padri, è la lingua giusta per raccontarlo.

N Un concerto impossibile da dimenticare
Al quale ho assistito o mio? Nel primo caso, ti direi che un concerto indimenticabile è stato quello della “Treves Blues Band” a Novembre 2015 a Roma… Una sorpresa incredibile!Ero lì con la mia compagna Claudia (la quale anche se non lo ammetterà mai era a conoscenza di tutto) per assistere a un concerto dei Deep Purple ed ecco che come band d’apertura c’era la “Treves Blues Band”! Un vero e proprio regalo dell’universo! Che suono! che energia! Band stra-consigliata ! Un’esibizione che difficilmente scorderò è quella di Villacidro Giugno 2014: paese in festa, piazza gremita e attenta! Un’emozione unica!Poi se vogliamo ridere, non mi dimenticherò mai di essere caduto sul palco inciampando su un “passacavi”…. ma quella è un’altra storia!

N Cosa resta oggi della musica ?
Questo è un domandone! …Resta tanto, ma forse non abbastanza. Mi spiego: io sono convinto che al giorno d’oggi ci sia tanta musica valida e tantissimi validi musicisti, ma il gioco è cambiato… non è più il musicista a scrivere la propria musica ma sono le case discografiche a farlo per lui… Basta andare a vedere fra i credits delle canzoni d’oggi per rendersene conto…Il musicista è costretto a cantare canzoni di altri che esulano dalla sua ricerca musicale e distruggono il buono che fa e che ha, siamo di fronte ad una schiera di persone che fanno karaoke… i veri cantautori, i veri musicisti sono relegati in piccoli locali dove si suona dal vivo. Una sterilizzazione dell’arte ad hoc, impostata con l’ottica della vendita e per questo non più arte ma mero prodotto di consumo.

N Lavorare con la musica è possibile ?
Dipende… prima di tutto dipende da cosa si intende. Lavorare con la musica, inteso come vivere di essa, è possibile al giorno d’oggi se si vuole scendere a compromessi (vedi tribute e cover band) cosa che io ritengo degradante. Ma sono convinto che questa situazione possa e debba cambiare, bisogna ripartire dalle esibizioni dal vivo, bisogna ripartire dai piccoli locali, dal contatto con il pubblico e far notare al pubblico che la musica originale è qualcosa di unico.  Che l’autore sta mettendo a nudo se stesso per condividere con il pubblico stesso le proprie emozioni. Quando passerà questo messaggio allora qualcosa cambierà… (spero)

N I 5 album che ti hanno fatto crescere 
Stevie Ray Vaughan – Texas flood
Cream – Disraeli gears
Beppe Gambetta – Blu di Genova
Fabrizio de Andrè – Storia di un impiegato
B.B. King – Eric Clapton – Riding with the King

N Il tuo amore per il Mare
Immenso, come il mare stesso! Non potrei viverci lontano, senza il mare sto oggettivamente male! Dal mare c’è sempre da imparare, c’è tanto da scoprire.Di fronte al mare e alla sua potenza rimango estasiato, mi mette a nudo, mi fa sentire me stesso: pensa un po’ che ho in progetto di trasferirmi su una barca a vela!

N Dacci un link di un video che ti rappresenta

N Ti fa tremendamente incazzare ..
Minca mia a loro mi fa veramente girare i coglioni la gente che parla senza riflettere ed è convinta di metterla in culo a tutti. Ma scendete dal vostro cazzo di piedistallo e incominciate a vivere come esseri umani!

N Suonare live
La cosa più emozionante è bella che esista! Anche se con certi personaggi che organizzano serate proprio ” non fa neanche a parlarci ”

N Parlaci dei tuoi Progetti per il presente
Adesso sono in cantiere i miei primi due bei singoletti da solista prodotti manco a dirlo da Nootempo ! Stiamo lavorando sodo e bene con i ragazzi che mi accompagnano in questa avventura ( Mattia Scioni e Paolo Licheri – NdR ) e oltre ai due singoli non escludo che a breve ci sarà anche un album… Ma insomma è tutto da vedere e lavorare!

N Esalta brutalmente nootempo.net e manda un messaggio urlato
NOOTEMPO E’ L’UNICA VERA FACTORY DELLA MUSICA BELLA MADE IN SARDINIA! LA WEBZINE E’ UNA CUNNATA, GLI ARTISTI SONO BELLI E IL PORTALE E’ UN BON BON!AJO SIGHIS SU GROOVE! SIGHIS NOOTEMPO.NET!

carz

ph. M.Carfagno

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