intervista analogica. La navicella Apollo Beat pronta al countdown per decollare verso il nuovo album.

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Oggi incontriamo una delle realtà musicali più interessanti dell’isola, Apollo Beat. Sarà Giuseppe Bulla, il fondatore e portavoce di questa “poliziotesca” funk-psichedelica e cinematica band sassarese a raccontarci un po di questa esperienza artistica. La navicella Apollo beat parte nel 2012  e il suo equipaggio è composto da musicisti professionisti che sperimentano un groove sempre innovativo ma legato in qualche modo a un background che ci arriva dai Classici del Funk e della psichedelia. Apollo beat orbita intorno al nuovo album in lavorazione che promette suoni Spaziali , ma non avevamo dubbi in merito. Siamo Felici di ospitarli nella nostra webzine libera, una delle uniche realtà “media” che la nostra produzione mette a disposizione degli artisti sardi e d’oltre mare! Non siate pigri, fate una buona lettura e una buona diffusione. Apollo Beat..huston non abbiamo problemi.. !

N Una tua breve presentazione.
Mi chiamo Giuseppe Bulla, ho 30 anni suonati, gli ultimi cinque dei quali li ho passati per l’appunto a “suonare” con gli Apollo Beat.

N Come nasce e come si sviluppa il progetto Apollo Beat ?
Il progetto nasce idealmente nel 2012, quando mi trovavo in Inghilterra per motivi di studio e, grazie ai preziosi consigli musicali di un caro amico spagnolo, mi venne “aperta una finestra” sul mondo delle colonne sonore e delle sound-library degli anni ‘70: quelle un po’ più oscure e meno conosciute, per intenderci.  Provenendo dal rock non avevo mai prestato abbastanza attenzione a quegli stili musicali, in particolare al funk, che iniziai a suonare proprio in Inghilterra in quel periodo nella band “revolution of soul”. Una volta rientrato in Sardegna, la voglia di creare una mia band che rivisitasse quelle sonorità era troppo forte e pian piano (ma neanche troppo piano), si è creato il nucleo forte degli Apollo Beat.  Musicalmente parlando, abbiamo iniziato seguendo la scia tracciata da band come i Calibro35: nel primo periodo abbiamo iniziato a suonare il funk tipico dei B-movies italiani identificati nel genere “poliziottesco”, per poi abbracciare un po’ tutta quella che è la musica strumentale degli anni ’70; dall’afrobeat al soul passando per la psichedelia. Dalle serate nei bar e nei localini abbiamo cercato di crescere e metterci sempre più in gioco organizzando dei veri e propri show, lavorando molto sull’aspetto sonoro, visual ed estetico: questo ci ha portato delle belle soddisfazioni, ma sappiamo che c’è ancora tanto, tantissimo da fare.

N Il poliziesco made in Sassari “Apollo Beat “. Raccontaci qualche particolare di questa Serie e se avete in mente
Qualche altra follia che unisca musica e video produzioni. E’ nato tutto da un gioco.  In occasione di uno show degli Apollo Beat girammo un trailer in cui scorrazzavamo per la città a bordo di un’Alfa Giulia (vera icona della filmografia italiana degli anni ’70). Nel trailer, e a quei tempi anche sul palco, interpretavamo una squadra di “sbirri” fuori dagli schemi. Il regista e amico Michele Gagliani un giorno si presentò in sala prove assieme al giornalista Francesco Bellu, con un’idea strampalata: facciamone un film! Dalla risata iniziale partirono una serie di eventi inspiegabili che ci hanno portato alla realizzazione in prima persona di quello che poi è diventata la puntata pilota di una serie. Un gran divertimento, ma anche uno sforzo immane, considerando le difficoltà di realizzazione di un film in costume a budget praticamente zero. Se siamo riusciti a realizzare quello che abbiamo fatto lo dobbiamo soprattutto al coinvolgimento di una “crew” enorme e fantastica, quasi della città intera oserei dire, che non riusciremo mai a ringraziare a dovere e a cui dobbiamo davvero tantissimo.  Mai avremmo pensato di poter vincere un premio internazionale come quello del Festival del Cinema di Taormina e calcare un tappeto rosso al fianco di divi di Hollywood. Come si evince chiaramente dal video, nessuno di noi è un attore professionista, e io meno di tutti. 😉 Abbiamo in mente tantissime cose, ma cerchiamo di concentrarci al momento nella realizzazione del nostro secondo album a cui stiamo dedicando anima e corpo. Parallelamente, in silenzio e senza fare troppi proclami, si lavora al completamento della serie: ci sono belle novità, ma per scaramanzia preferiamo non dire niente.

N Quanto è importante la sperimentazione musicale nei vostri progetti ?
Ora più che mai rappresenta l’obiettivo principale del nostro progetto.  La ricerca dei suoni, sempre più analogici, sempre più veri e, come ci piace definirli, “viaggiosi”.L’evoluzione musicale di questo progetto è stata naturale e a tratti indomabile, passando attraverso alcuni cambi di formazione che hanno portato nuovi stimoli al processo creativo, donando nuove sonorità al progetto. Ora, come è giusto che sia, le cose si stanno ulteriormente evolvendo con brani cantati e atmosfere che non avremmo mai pensato di raggiungere. Personalmente, è la cosa più bella che mi trasmette questo progetto: pur avendo iniziato con musica derivativa siamo alla continua ricerca della novità. Sembrerebbe un controsenso, ma non lo è affatto.

N Dallo scantinato ai social media, la solitudine artistica e la mancanza di spazi.
Come resistere e differenziarsi in questo mercato musicale sempre piu’ digitale ? Gli Apollo Beat sono un gruppo da saletta. Io adoro la saletta, ma non solo per provare ed esercitarsi, tutt’altro. La saletta è un luogo creativo, di discussione, in cui si si rilassa e ci si conosce veramente. La saletta è la nostra dimensione ideale: vi basti pensare che le nostre prove sono spesso e volentieri 50% suonare e 50% ascoltare musica. Però dalla sala prove bisogna uscire e oggi giorno bisogna dedicare moltissimo tempo (forse troppo) al marketing finalizzato all’autoproduzione. Il discorso è sempre il solito: difficile venire a galla in mezzo al marasma di band e con una soglia dell’attenzione dell’utente medio che ormai rasenta il millisecondo.Non voglio essere negativo a tutti i costi: penso che la qualità delle band, soprattutto nella provincia italiana, si sia notevolmente sollevata negli ultimi anni. E se è pur vero che mancano le giovani leve, è anche vero che le distanze si sono dimezzate ed è possibile con un po’ di sbattimento, organizzarsi un tour negli Stati Uniti, da soli, senza agenzie. La tecnologia ci aiuta sempre, se troviamo il giusto equilibrio nell’utilizzarla. Purtroppo, non esiste più il produttore con il sigaro e il cappello che sgancia i dollari: bisogna lavorare duro e tessere contatti sacrificando qualche ora di sala prove se si vuol fare qualche passo in avanti. Non dico che la cosa mi piaccia; tutt’altro, ma è così che funzionano le cose oggi per i gruppi che vorrebbero emergere.

N Un Viaggio, un concerto indimenticabile…
Come viaggio metto sicuramente Taormina nel 2016. Siamo partiti senza speranze e siamo tornati vincitori. Siamo passati dal continuo “spiacente signori, qui non potete entrare”, a girare in auto di lusso con attori e personaggi del jet-set cinematografico. Insomma, intendiamoci, un siparietto a cui do il valore che merita, ma resta comunque un’esperienza divertente e vissuta in maniera genuina e, fidatevi, in pieno spirito sassarese.  Come concerto davvero non saprei, fra i più emozionanti il Late Summer 2014 e l’Apollo Garage (entrambi a Sassari), al Blah Blah (Torino), e il Nieddittas Groove quest’anno: con circa ottomila persone davanti il “gasamento” è assicurato.

N Playlist. Dieci nomi che hanno ispirato la vostra produzione
I Gres
Pink Floyd
I Marc 4
Monophonics
Lucio Battisti
Roy Ayers
Alan Awkshaw
Keith Mansfield
Piero Umiliani
Calibro 35

N Linkaci un tuo video o uno che ti rappresenta

N Dove possiamo trovare in rete le vostre produzioni ?
Sul sito www.apollobeat.it  .Siamo anche su facebook, instagram, twitter e chi più ne ha più ne metta.

N La tua Sardegna e le strade della tua città …
La mia Sardegna trasuda cultura e potenzialità: dobbiamo essere noi sardi bravi a prenderla, farla fiorire e portarla in giro. Sassari è una città molto più viva di quanto si pensi, con una scena musicale che, sebbene non sia più quella di dieci anni fa, ha tantissimo da dire e sta sfornando giovani talenti che faranno parlare di loro ( ndr. ci permettiamo di segnalare i nostri due artisti sassaresi Gangalistics e Flub. )  La mia città non ha niente da invidiare a città italiane di maggiori dimensioni in cui ci si aspetterebbe molto più fermento. Di questo sono fermamente convinto e anche io, nel mio piccolo, cerco di incentivare questa scena con iniziative che cercano di coinvolgere sempre gli artisti locali.

N Il Futuro non Esiste. Progetti per il presente ?
Gli Apollo Beat sono in una fase fantastica. Libera. Creativa. Stiamo finendo di registrare il disco e presto partiremo per un tour che ci porterà ad esibirci in locali prestigiosi in Italia e Est-Europa. Si prospetta un presente di grandi novità.

N Esalta in modo esagerato nootempo.net e manda un messaggio dalla navicella Apollo Beat
Grazie per quello che fate, ragazzi: siete dei fighi! Il count-down è già partito, il fisico da astronauta non ci manca: il nostro nuovo disco si intitolerà “Sfera” e avrà dei suoni spaziali!

 

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