Intervista Analogica. Le note Blu della cantante compositrice Daniela Pes

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Oggi vi presentiamo una cantante e compositrice sarda che ci racconterà un po della sua esperienza artistica e della sua visione della Musica. Daniela Pes, Gallurese, inizia i suoi primi passi già a 13 anni grazie alla passione che il padre le ha trasmesso. Poi gli studi e i palchi dove si è esibita con diversi progetti. Il Jazz ha una piccola grande storia in Sardegna, tra numerosi e famosi festival e molti artisti di livello internazionale. La cosa migliore da fare è Leggere per conoscere meglio gli artisti che producono qualcosa nella nostra isola , questo è lo scopo delle nostre interviste analogiche. Buona lettura e buona condivisione!  

In realtà per il fatto di essere donna non ho mai riscontrato alcuno ostacolo discriminante. Non ho percepito “muri” in questo senso, semmai a volte capita che i musicisti ti guardino con diversi occhi nel momento in cui ti presenti come “cantante”

N Descriviti con una tua scheda personale
Ho sempre cantato, suonato  e composto da quando ero una bambina, grazie anche alla grande passione trasferitami da mio padre. Da allora fino ad oggi la musica è sempre stata viva nelle mie giornate sia come passione e svago che a livello lavorativo. Attualmente vivo a Sassari da tre anni, frequento il conservatorio e sto per laurearmi in Canto Jazz. Ho vissuto e condiviso tanta musica diversa, da sempre mi interesso di situazioni nuove, poco familiari, strane, di quelle che mettono a disagio, lontane da quello che è il mio mondo (che poi se mi chiedeste di descriverlo, non saprei farlo). Sicuramente mi piace la sfida. Compongo musica originale e ho sempre fatto parte di progetti molto diversi tra loro.

N Quanto è importante la formazione accademica e lo studio nella musica e il canto?
Domanda estremamente delicata, dipende da persona a persona. Non a tutti è utile affrontare un percorso accademico, molti musicisti che hanno apportato grandi innovazioni nella musica, tanto da essere determinanti per l’evoluzione e i mutamenti della storia della musica, sono autodidatta. Occupandosi di musica, ci si può render conto di quanto non sia poi così tanto sostanziale il fatto di studiare all’interno di una struttura che ti accoglie, nella quale esistono orari  e persone con cui fare i conti, date, scadenze , libri. Il tipo di studio che si fa in un conservatorio puoi farlo anche a casa, basta voler studiare e informarsi un po’. Frequentare una “scuola” in generale ovviamente rende tutto più facile, è come se fosse la tua guida, specialmente quando incontri degli insegnanti capaci di captare le tue attitudini e capire quale metodo possa funzionare meglio per te. Incontrare insegnanti speciali, può farti capire molto più in fretta tante cose.Detto questo, un musicista , volente o nolente, si ritrova sorprendentemente a studiare ovunque e sempre. Vi confido che migliaia di volte mi sia servito molto più ascoltare un disco da sola durante un viaggio in macchina, che una lezione accademica. Ogni cosa che senti, vedi, suoni, il cervello la elabora, la colloca, la analizza. E’ sempre assolutamente e più che mai una forma di studio. E’ una categoria fortunata questa, in realtà non smettiamo mai di studiare! Per quanto riguarda la mia formazione musicale , sicuramente non sarei quella che sono se non fossi entrata a contatto con il conservatorio,  è stata una porta facile e immediata che ha consentito di entrare in contatto con mondi, suoni e approcci dei quali, magari, ancora non sarei venuta a conoscenza. Tengo molto, in ogni caso, a calibrare e trovare il giusto compromesso tra studio accademico – istruttivo con studio di vita pratico – istintivo.

N Il jazz
IL jazz è la musica che studio realmente da tre anni, quindi finalmente un po’ ci ho capito qualcosa! In realtà, molto innocentemente ci son venuta a contatto a 13 anni , frequentando il mio primo seminario estivo a Nuoro Jazz, allora diretto da Paolo Fresu, perciò è una musica che ho un po’ da sempre orecchiato! Sono stata un po tardiva nell’innamorarmene, ci è voluto del tempo. Certamente è il genere musicale che ho approfondito di più sia nello studio che nella pratica. In questo “mondo “ musicale mi ci sono riconosciuta molto, mi ha davvero aperto un mondo è stato incredibilmente naturale fondermi e appassionarmi sempre più. Questa musica ha molte sfaccettature e studiarla ti insegna ad affrontare nella pratica temi che in altri mondi musicali sono inconsueti o addirittura inesistenti. Puoi confrontarti col dover esprimere e il sapere gestire una tua libertà espressiva – creativa, ad avere necessariamente un’ importante dialogo e interazione con i musicisti,  coordinare e condurre estemporaneamente qualsiasi idea musicale. Credo che lo studio di questa musica ti apra la mente, e nell’immediato ti consenta di possedere una consapevolezza armonica, ritmica, compositiva e di arrangiamento che difficilmente ti può offrire un altro percorso di studi .  Altro aspetto per me fondamentale: anche se sei una cantante, nel jazz, hai la possibilità di essere anche altro. Mi spiego meglio. Ho da sempre usato la voce pensandola più come strumento che come linea guida principale distaccata. Mi piaceva pensarla come un sax ad esempio, come una delle linee che interagiva insieme alle altre creando una musica unica. Il jazz me lo ha consentito. Ho avuto così modo di affrontare un percorso alternativo sulla voce.

N Essere donna nel mondo della musica
In realtà per il fatto di essere donna non ho mai riscontrato alcuno ostacolo discriminante. Non ho percepito “muri” in questo senso, semmai a volte capita che i musicisti ti guardino con diversi occhi nel momento in cui ti presenti come “cantante”. Spesso, è una realtà che va detta, le cantanti in generale rispetto ai musicisti hanno molta meno preparazione musicale, per questo a volte vengono considerate meno. Mi farebbe piacere se si potessero riequilibrare un po le parti!

N Hai mai cantato in lingua sarda ?
Non ho mai cantato in lingua “sarda”. Vivo in Gallura, conosco bene il mio dialetto, il gallurese. E’ capitato ovviamente di cantare brani tradizionali della mia terra, e mi piacerebbe tanto poter formare un progetto in modo da portare un po della nostra tradizione musicale fuori. Una musica tradizionale che si fonde con il jazz e con lo sperimentale. Ci sto pensando.

N La città in cui vivi e quella dei tuoi sogni
Ho sempre vissuto in un  paesino di 14.000 abitanti, con tutti i pro e i contro che ci sono. Per chi si occupa di musica è impensabile poter rimanere in un posto del genere, sia per una questione di offerta e opportunità lavorativa, sia per la tua formazione musicale come artista. Abbiamo assolutamente il bisogno e il dovere di andare fuori e confrontarci con altre realtà, per crescere e capire. Non ho ancora trovato la città dei miei sogni, e anche se la trovassi probabilmente mi sposterei comunque perché amo viaggiare e la dinamicità. Mi adatto comunque facilmente, apprezzo molto le diversità e riesco a conviverci bene, probabilmente mi troverei bene in molte città.

N Pensi che i social network siano davvero un buon veicolo di promozione culturale?
Assolutamente , ormai i Social permettono di pubblicare un video e far si che un giapponese lo veda 5 secondi dopo ! La promozione è molto più ad ampio raggio, puoi davvero fare in modo che la tua musica possa essere ascoltata in tutte le parti del mondo! Più gente ti ascolta, più si incrementa l’opportunità che ti vengano offerte proposte lavorative, magari vicino a te non ci sarebbe mai un discografico che voglia produrti, mente potresti essere il perfetto prodotto per un discografico che sta ad un oceano di distanza da te e che non avresti mai incontrato. Oltre che essere positivo al fine di far sentire la tua musica , vale il discorso opposto, anche tu puoi conoscere musica appartenente a qualsiasi cultura! senza dover prendere un aereo puoi venire a conoscenza del fatto che in un piccolo paesino del Perù viene utilizzato uno strumento tipico del posto, che potrebbe offrirti idee e stimoli per la tua musica.

N La prima volta che ti sei esibita di fronte ad un pubblico…
Giuro non ricordo la mia prima esibizione! Son sempre stata “costretta” a cantare davanti a delle persone. Mi ricordo quanto per me sia stato impegnativo il fatto di dover sempre dire “si” ai parenti che alle fine dei pranzi di natale e feste in generale, puntualmente, chiedevano insistentemente che cantassi! mi sono fatta le ossa da bambina quindi, non mi ricordo un’emozione particolare, o dei dettagli precisi di un’esibizione di fronte ad un pubblico, è stato sempre molto naturale, mi ci sono abituata in fretta all’emozione di cantare difronte alla gente. Naturalmente l’emozione c’è sempre, tanta e forte in alcuni casi, ma riesco a gestirla abbastanza facilmente.

N Suonare e vivere di Musica in Sardegna
Purtroppo è una realtà difficile! Ormai tra musicisti ci si conosce tutti, e più o meno ho avuto l’opportunità di suonare e condividere già molti progetti!  Ho l’impressione che si finanzino molto i progetti in lingua sarda, giustamente! Per altri tipi di musica non c’è spazio e non ci sono opportunità, se non all’interno di rinomati festival come il Time in Jazz, Jazz expo, e altri festival di questo calibro. Bisogna tener conto di un discorso culturale, ad esempio, il jazz non appartiene alla nostra cultura, è ovvio che non ci sia così’ tanto seguito e così tanta richiesta! E’ un po’ un problema di chi sceglie di avvicinasi ad altre culture, siamo noi a doverci “adattare”. Parlo di jazz, ma vale anche per tanti altri tipi di musica.

N Linkaci un video che ti identifica

N I tuoi 5 brani indimenticabili
Odio scegliere perché significa comunque rinunciare a qualcosa. Ma mi vedo costretta!
1.Yesterday – Beatles
2. C’è Tempo – Fossati
3. Flamenko Sketches – Miles Davis (kind of Blue )
4. Tigran Hamasyan – The road that brings me closer to you
5. Avishai Choen – Signature

N Dove possiamo trovarti sul web
Sto per aprire il mio canale youtube. Per il momento potete trovare tutti gli aggiornamenti sulla mia pagina Facebook!  https://www.facebook.com/daniela.pes.75

N I tuoi progetti per il presente
Molto sinteticamente: concludere con gli studi, quindi laurearmi in fretta. Partire fuori e frequentare un buon biennio jazz,  rendermi conto quale sia il posto giusto dove stare per inserirmi e conoscere musicisti con cui possa condividere progetti di musica originale.

N Esalta nootempo.net e fai sentire la tua voce

Ringrazio nootempo per avermi dato lo spazio per raccontare un po di me! Mi complimento per il vostro lavoro, queste belle iniziative meritano tanto sostegno da parte di tutti! Grazie!

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