Intervista Analogica. Nociva project nella visione del producer e musicista Giuliano Masala

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Giuliano Masala, producer e musicista nato ad Uri ( Sardinia )  è il creatore di Nociva project. Un progetto di musica elettronica modulare fatto di collaborazioni con numerosi artisti sardi e internazionali , caratterizzato dalla volontà di condividere e sperimentare a 360°. Un lungo percorso che nasce con i primi campionamenti e tagli sui tapes fino agli studi di Sound Design nella città di Cambridge. Approfondiamo in questa nuova intervista Analogica la storia ed evoluzione di questo interessante progetto nelle parole del suo fondatore. Buona lettura e come sempre buona condivisione delle nostre interviste analogiche 2018 ! 
N: Descriviti con una scheda personale  
Mi chiamo Giuliano e sono di Uri, un paese collinare con un interessante passato nuragico tra Sassari e Alghero. L’amore per la musica e la cultura mi è stato trasmesso in famiglia. Sono sempre stato circondato dalla musica. Quando ero piccolissimo mio padre mi ha insegnato a suonare il pianoforte e mi ha iniziato allo studio della musica mentre mia madre, mia madrina ed amici di famiglia mi hanno fatto appassionare alle arti visive. Mi hanno mostrato come sviluppare le mie idee e creare quello che voglio. Penso non ci sia niente di più soddisfacente e credo abbiano ragione. Anche mio fratello e molti degli amici con cui sono cresciuto suonano diversi strumenti musicali e alcuni di loro sono dei veri talenti. Nella vita ho fatto un po’ di tutto, dallo skipper al tecnico teatrale e ovviamente musica sempre e ovunque. Dal 2000 ho iniziato ad assistere a tantissimi concerti, sia nell’isola che nello stivale, e per una decina d’anni ho organizzato eventi con il C.R.T. (Comitato Radio Turbina) avvicinandomi sempre più ad artisti e gruppi musicali della scena locale. Negli stessi anni ho suonato con vari gruppi e lavorato in diversi teatri. Ho sempre trovato affascinante la macchina organizzativa dietro la realizzazione degli spettacoli. Ora vivo e lavoro a Cambridge, studio sound design e mi dedico a Nociva Project.
N: Come nasce Nociva Project ?
Tra i tredici e i quattordici anni mi sono avvicinato alla musica elettronica sperimentando con tastiere, cassette, VHS, vinili e CD di ogni genere musicale possibile. Ho fatto i primi test campionando più volte la stessa parte audio da una cassetta e copiando il risultato su un’altra vergine, in ripetizione, o tagliando e riattaccando con lo scotch (si scrive così?) il nastro delle cassette nel punto giusto per creare una pausa e un loop. Registravo il tutto con un microfono finché sono arrivati i computer e per me è cambiato tutto. Nel tempo mi sono appassionato e ho iniziato a produrre molta musica. Tra il 2004 e il 2005, sotto suggerimento di amici, ho iniziato a caricare musica in internet, dandomi la possibilità di fare le prime collaborazioni. Con il C.R.T. ho avuto l’occasione di conoscere molti gruppi e da allora ho iniziato a suonare anche con alcuni di loro. Intorno al 2006-07 ho avuto la fortuna di poter partecipare in alcuni live con gli Skasico. Super potenti, conoscevo a memoria ogni singolo loro pezzo e per me è stato un onore. Da quel periodo l’elettronica non ha smesso di farmi le avance e si è sviluppato il progetto Nociva. Intorno al 2009/11 sono arrivati i Da Sottu, attitudine hardcore e marketing volutamente quasi inesistente per essere poi molto attivi con i live. Ed infine con i Bred in Belfast, musicisti eccezionali, abbiamo fatto l’ultimo live al The Hor di Sassari il giorno prima di partire per l’Inghilterra. È stato un bellissimo modo di salutare tutti. Nociva Project oltre alla musica è diventata una collaborazione fluida di artisti con un concerto come colonna sonora rispetto a quello che può capitare sul palco. Ogni concerto deve essere differente. Questo invoglia a pensare, ad ingegnarsi e a documentarsi sul mondo.
N: Come tanti sei partito, hai attraversato il mare. Come vedi la tua terra oggi ?    
Ovviamente mi manca la Sardegna e il profumo del mare, i colori dei nostri paesaggi e sopratutto sentire a pelle quella cultura ancestrale che ti avvolge. Mi manca veramente molto sentire e vedere dal vivo tutte quelle bands che ho seguito negli anni e poter sentire con loro quel “dolce marciume” che si crea nelle sala dopo ore e ore di prove, chi suona sa bene di che parlo, ti si libera la mente. Leggo quotidianamente notizie sulla Sardegna, cerco di tenermi aggiornato su quel che accade e spesso trovo notizie molto promettenti per quanto riguarda l’archeologia sarda e la tutela ambientale. Mi preoccupa il fatto che stiamo perdendo il linguaggio, basta il chiaro esempio dei politici di turno che parlano con termini pseudo-inglesi. Lo vedo come crescere nelle scarpe di qualcun’altro. Conoscere l’Inglese è una cosa utile ma preservavare il nostro linguaggio lo è molto di più.
Non credo che si possa costruire un tessuto sociale basato sull’incomprensione. Io non perdo occasione di parlare in sardo anche in Inghilterra.
N: Che messaggio vuoi trasmettere con la tua produzione? 
Se la musica riesce ad incantarti e a farti stare in silenzio vuol dire che stai pensando veloce e quando suono mi piace vedere chi si scatena ballando e chi si incanta ascoltando.
Credo nella condivisione. Nociva Project é fatto di tanti amici artisti vicini e lontani, uniti dalla voglia di divertirsi insieme e fare arte. Viviamo il momento, i latini direbbero “hic et nunc”, qui e ora.
N: Descrivici il tuo studio, i tuoi strumenti  
La musica nasce in una camera che ha la finestra sul giardino e alberi sparsi come sfondo. Lavoro con un Macbook Pro Studio collegato ad uno schermo più grande, Ableton come master e Maschine Studio come slave, Apc 40, Evolution UC-33, PadKontrol, nanoKontrol, KorgKey, basso e chitarra elettrica, violoncello, mbira ed altri strumenti etnici regalati da amici dal nome impronunciabile e un microfono a condensatore per registrare suoni fatti in casa. Il lavoro con gli strumentisti dipende dal live, ad esempio chitarre e batteria vengono provate spesso al St Edmund College o se capita in qualche altro studio della zona, mentre con il sassofonista o il violinista proviamo in casa da me. Mi piacciono le luci calde e basse. Sono abbastanza produttivo e dedico molto tempo alla cura dei dettagli della composizione. Lavoro molto di post produzione anche se il mastering del CD A e CD B è stato fatto da MDS un maestro della Jungle e breakcore inglese, ci siamo capiti subito perché ha la mia stessa attitudine, preferiamo il contatto umano ai social network. Negli anni molte persone si sono avvicinate al progetto, in Sardegna dove sono cresciuto, qui a Cambridge dove vivo e ora anche sparsi per il mondo.
N: I 10 pezzi della tua playlist  
La scelta è veramente ardua quindi scrivo di getto e vado in ordine sparso con le prime che mi vengono in mente
Chopin – Waltz in C minor Op.64 n 2 (432hz)
Drive like Jehu – Here come the Rome plows
Aphex Twin – Vordhosbn
Venetian Snares – Szamár madár
Erik Satie – Gnossienne e Gymnopedie (432hz)
Baptist – Rain city session (live)
Amon Tobin – Slowly
Frank Carter and the Rattlesnakes – Loss
Christian Zehnder – Ho hej hohu
Lag wagon – Noble end
In questo momento esatto ascolto Ruby My Dear – Mashed Rope, consigliatissimo!
N: Linkaci un video che ti identifica
Non riesco ad identificarmi con un video però posso farvi sentire la traccia creata con un violinista australiano nel periodo in cui è nato Nociva Project.
Nociva Project vs Alex Taylor // Breath Anatomy
N : Progetti per il presente   
Il presente lo vivo. Ora dopo qualche anno di pausa dai live ho nuovamente la strumentazione e voglio suonare per il piacere di farlo. Dopo il primo concerto a Cambridge, al Blue Moon, si sono avvicinati in tanti. È andata veramente oltre le aspettative e ci siamo divertiti tantissimo. Ora si sta rafforzando sempre più la struttura organizzativa grazie a tanti amici e professionisti che vogliono contribuire al progetto.
N: Un viaggio, una storia
Quando avevo credo 11/12 anni passavo ore ascoltando musica barocca senza bassi, suonavo le ritmiche dei gruppi punk e metal con le dita (lo faccio ancora) e la musica elettronica tipo Massive Attack da solo in macchina con i finestrini chiusi. Ricordo sempre una volta che ho fatto qualcosa di interessante sperimentando con i primi campionamenti, ho usato una parte di batteria rallentata ed in loop dei Suicidal Tendencies e ho aggiunto una parte di voce femminile medio orientale, parte di una melodia di Chopin in vinile e altri suoni da un film in VHS in bianco e nero. Suonava tipo trip-hop.
N: Esalta Nootempo.net e salutaci con il tuo stile  
Ho The Endless run di Ganga nel lettore mp3 da diversi anni, promuovete musica interessante. Eudaemonia, il mondo è dei veloci.

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