Interviste Analogiche.DR BOOST il Bandhuleri della dancehall sarda

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Arriva direttamente da Olbia il vento ragga di Dr Boost. Un Artista che ha fatto della dancehall la sua vita, uno dei veterani della scena sarda del groove in levare. La musica originale prodotta da Bustianu ak Boost, che ha fatto sempre del messaggio la sua mission, è genuina e schietta. Sempre presente nelle Dancehall isolane ha spesso saltato il mare portando il suo stile in Europa. Dal reggae/Dub al raggamuffin, dal dj Style al Rap , Dr Boost è un artista che sà come miscelare ritmiche, suoni  e concetti.  Uno di quei pochi guerrieri sardi che portano avanti , con coerenza, una battaglia sonora e sociale sin dagli anni ’90.  Siamo lieti di conoscere qualcosa in piu’ di lui attraverso la nostra Intervista Analogica.  ” Ama sa terra inue se naschidu e abberu, rispetta su mare,  sos rios e su chelu. Bives sinzeru, si ses omine beru, pessa a su chi baled,  chi sa curtura est comente su pane, custa est Balentia ” 

N Presentaci brevemente la tua scheda personale
Bustianu Piras a.k.a. Dr. Boost: Cantante, nel Reggae/Dub dalla seconda metà degli anni ’90.  Due progetti importanti: Tostoine e Dr. Boost. Sono fondamentalmente uno che nella musica non si accontenta mai. Nasco dal Dub, musica da una parte molto meditativa e dall’altra allergica ai compromessi. Da questo punto di vista sono rimasto sempre lo stesso.

N La Dancehall di DR BOOST
Rub-a-Dub, Dj Style, Toasting e Dub sono ciò che ritengo Dancehall. La dance jamaicana odierna non mi prende, a mio parere non ha nulla del sapore reggae. Ancora oggi ascolto e preferisco Tenor Saw, Sly & Robbie, Burro Banton, Shabba Ranks, Yellowman, Eak-a-Mouse, e per il Dub: Dub Syndicate, Revolutionary Dub Warriors, Aba Shanti-I, Mad Professor, Zion Train, Iration Steppas. Poi mi piacciono parecchio anche pilastri del New Roots come ad esempio Capleton, Sizzla, Anthony B, Luciano. Nella mia dancehall ho attraversato diverse fasi,  quello che faccio oggi credo sia un miscuglio di tutti i diversi sottogeneri di reggae, con in più qualche elemento di rap.

N I tuoi Album
3 con i Tostoine: “Dub in Bidda”, “Tostoine”, “Agropastorale”  e 3 come Dr. Boost: “La mia Famiglia”, “Sardinian Warriors”, “B-Powa”.

N Guerra o Pace ?
La pace è un ideale obiettivo a cui guardare ed ambire sempre,  ma fondamentalmente vivo in conflitto prima di tutto con me stesso e,  a periodi, contro il mondo. Ritengo che il conflitto interiore sia un metodo faticoso ma utile per mettersi continuamente in discussione e rapportarsi agli altri con umiltà e voglia continua di imparare. Altra cosa è in ambito politico dove la guerra è sempre uno strumento di dominio.

N La tua krew sarda, i tuoi fratelli e le tue sorelle
Big Island Family ha rappresentato molto per me, ma anche per tutto il reggae sardo, visto che è stata la prima Crew/Sound System in Sardegna. Io mi occupavo soprattutto delle produzioni.  Quell’esperienza è ormai conclusa da anni, ma i fratelli con cui ho condiviso tante cose per me rimangono persone molto importanti.  Da 5 anni ho messo su la Bandhuleri Productions con nuovi fratellini  più giovani e con tanta voglia di fare, sul palco e in studio.  Poi sono persone con cui condivido molto anche nella vita di tutti i giorni.  In generale vedo la scena reggae sarda intera come una grande famiglia.  A volte si litiga, ci si allontana, poi ci si ritrova e si fanno belle cose. Ma credo che sia una cosa normale in tutte le famiglie.

N Grandi eventi o piccoli eventi ?
Ho partecipato e visto entrambi, ma ormai i grandi eventi spesso mi rompono le palle… sia da cantante che da ascoltatore. Troppe robe di plastica.  Con la band ci capita di suonare davanti a tanta gente ed è sempre una bella carica,  ma io nasco nelle danz e quando mi trovo in un locale con 150-200 persone, o anche meno, mi diverto tantissimo e riesco sempre a dare il massimo. Per me l’Underground non è una scelta stilistica… l’Underground è una condizione sociale prima di tutto, ed è la mia condizione sociale, il mio ambiente naturale, quindi quello in cui mi trovo meglio.

N Hai un megafono in mano , fai casino… .
D’istinto mi viene da dirti che sono come Ferretti: “Se divento un megafono mi incepperò” .  Preferisco attrarre, quando riesco, con la mia musica. Con gli anni ho capito che il metodo conta quanto la sostanza, e gridare mette delle distanze tra le persone al di là di quello che si vuole dire.  Poi siccome sono uno che a periodi vive tra la tranquillità estrema e l’irrequietezza più totale…  devo per forza pensarla come ti ho scritto sennò se mi convinco che fare sempre casino sia la cosa giusta vivo di scleri, il che non bene.

N Un viaggio, una piccola storia
Ho girato l’Italia e un po’ di paesi europei ma sempre per suonare,  mai per vacanza in senso stretto perchè anche se mi piace parecchio vedere  e conoscere posti nuovi, non sopporto i tragitti, i controlli, i discorsi  inutili dei passeggeri ecc… . Amo camminare ma i viaggioni veri son quelli che mi faccio da solo,  in studio, quando me ne accendo uno e insieme a un bicchierino  di abbardente inizio a comporre strumentali e testi.  Poi ovviamente non tutto vede la luce, ma rimangono bei viaggioni di cui non posso fare a meno e che sono anche impossibili da raccontare.

N la musica e l’amico dell’amico
Qua ne potrei dire mille. Cerco di rimanere su una questione:  Per avere successo nella musica, farne un lavoro che rende, fare grandi numeri di vendite e live, a parte poche eccezioni da parte di veri e propri geni,  non devi dire mai al 100% come la pensi su colleghi, manager, festival del tuo genere di riferimento, e avere sempre il sorriso bello pronto per tutti anche quando non li sopporti. A quel punto, sempre che tu sia realmente bravo e talentuoso (perchè se sei scarso di tuo c’è poco da fare), questo ti porterà vantaggi e facilitazioni. Io sono contento di quello che ho avuto e che mi è stato regalato dal mondo della musica.  Non so se avrei potuto avere migliori risultati, ma di certo sono fiero di aver cercato di essere sempre me stesso nella musica come nei rapporti umani senza sottostare alle logiche di convenienza appena descritte.

N I tuoi Progetti per il presente.
Mia figlia che nasce tra un mesetto circa. ( ndr e noi ti facciamo i nostri piu’ cari auguroni ! )

N Olbia la tua città
Ho passato l’adolescenza sentendo che la Sardegna intera parlava di noi come praticamente non sardi,  e questo mi procurava un certo disagio. Più tardi ho compreso che l’imbastardimento di questa cittadina, dovuto soprattutto alla costa  smeralda che ha portato qua persone da ogni parte dell’isola (io stesso ho origini algheresi),  del continente e del mondo e che ha prodotto il disastroso risultato di  perdere quasi completamente lingua e cultura locali, poteva produrre anche cose positive.  Oggi vivo in un quartiere multietnico e questa cosa mi piace parecchio, mi da molti stimoli,  e genera in me curiosità, interesse e voglia di confronto. Se parliamo di arte poi, per esempio, penso non sia un caso che un Salmo,  con la sua crew, venga fuori da Olbia. Credo che lui, piaccia o meno, sia tra i pochi in grado di sintetizzare la realtà moderna come pochi altri in Italia.

N Spazi artistici condivisi
Il Sardinia Reggae Festival è il momento più alto e importante di condivisione per noi che amiamo questa musica. Negli anni ci sono stati alti e bassi,  festival più belli e meno belli e ciò è dipeso da tanti fattori,  perchè organizzare un evento come quello non è affatto facile,  ma rimane un punto di unione fondamentale per tutti, e a cui non possiamo rinunciare.  Ringrazio con tutto il cuore chi da anni si sbatte per tenerlo in piedi.

N Metti 5 dischi nello zaino e vai fare la tua guerriglia culturale
Ne metto 5 nello zaino e uno in ascolto:  Lou X: A Volte Ritorno; Assalti Frontali: Conflitto; Kenze Neke: Boghes De Pedra;  Almamegretta: Anima Migrante; Revolutionary Dub Warriors: Deliverance; Dub Syndicate: Stoned Immaculate

N Un concerto che non dimenticherai facilmente
Come ascoltatore: Burro Banton in Dancehall al Rototom Sunsplash 2006. Devastante. Un mio live: Sardinia Reggae Festival 2012 con la B-Riddim Band

N La lingua sarda nella tua musica
Sul sardo ho fondato le basi di quello che faccio, sia a livello culturale che linguistico. Olbia in gallura è “isola linguistica”.  Insieme a Luras è l’unico posto in Gallura in cui storicamente si parla il sardo-logudorese. Io però negli anni ho vissuto, per scelta,  in diverse parti della Sardegna e non mi sono mai soffermato a cantare la lingua della mia città,  oltretutto imparata in strada e lavorando in cantiere. Crescendo e scrivendo  i testi delle canzoni ho pensato che, per la mia storia,  se avessi voluto utilizzare il sardo, sarebbe stato bene fare degli esperimenti,  mischiando parole e modi di dire di diverse parti dell’isola, per cercare di ottenere nuove sonorità linguistiche. A volte l’esperimento è riuscito, a volte no. B-Powa, l’ultimo album, è quasi completamente in italiano,  ma credo che in un prossimo lavoro riutilizzerò molto il sardo.

N Una strofa di una tua canzone
“…Ama sa terra inue se naschidu e abberu, rispetta su mare,  sos rios e su chelu. Bives sinzeru, si ses omine beru, pessa a su chi baled,  chi sa curtura est comente su pane, custa est Balentia…” . Da “In Terra Mia (Sardinian Warriors – 2008)”

N Linkaci un video clip che ti rappresenta

N Dove possiamo trovarti in rete ?
Soprattutto su Facebook: Bustianu a.k.a. Dr. Boost

N Esalta nootempo.net e manda un messaggio ai Sardi nel mondo in sardo
Delle produzioni Nootempo ho sempre apprezzato particolarmente i lavori di Bentesoi.Poi ci sono alcuni lavori di Randagiu che ritengo davvero belli e speciali. Portatelo alle dancehall cazzo! ( ndr volentieri accettiamo inviti ). Saludos a tottus sa zente chi bived foras. Su mundu est mannu e bellu, ma sa cosa bella ‘e custa terra est chi unu fizzu ‘e Sardigna non ismentiga mai dae inue ‘enid, e sa Sardigna non ismentiga sos fizzos suos. A nos bider sanos!

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