Interviste Analogiche. La musica cinematica d’autore del compositore Luigi Frassetto

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Nel nostro viaggio tra gli artisti indipendenti che producono musica e cultura incontriamo Luigi Frassetto. Musicista e compositore Sassarese di grande esperienza che ha unito le sue due passioni, Cinema e musica, in un percorso musicale che fa della ricerca sonora il suo punto di forza.  Come tutti gli artisti che hanno avuto la pazienza e la voglia di rispondere alle nostre domande, Luigi Frassetto ci racconta la sua esperienza, i suoi progetti e la sua visione della musica. Aspettando il suo primo Album , leggiamo, condividiamo e diffondiamo le nostre piccole interviste analogiche

La colonna sonora perfetta è quella che comunica una sensazione che le immagini da sole non trasmettono, diventando un complemento essenziale al racconto del film

N Presentaci la tua scheda personale
Sono un musicista di Sassari, sono in attività da ormai un paio di decenni e ho avuto una traiettoria abbastanza insolita che mi ha portato a frequentare stili e ambienti molto diversi fra loro. Negli ultimi anni ho cercato di unire la musica alla mia seconda grande passione, il cinema, perciò sono sempre più impegnato nell’ambito della musica per immagini. “Passione” è la parola chiave per quanto mi riguarda, perché io sono innanzitutto un fissato: il mio entusiasmo per l’ascolto, la visione, lo studio e la ricerca in questi ambiti artistici è inesauribile.

( … ) perché io sono innanzitutto un fissato: il mio entusiasmo per l’ascolto, la visione, lo studio e la ricerca in questi ambiti artistici è inesauribile.

N Dal punk rock al lounge e cinematica
Non ho avuto insegnanti e a casa mia non si ascoltava musica, per cui nessuno mi ha mai detto cos’è “buona musica” e cosa non lo è (meno male, altrimenti mi sarei perso un sacco di bella roba!). Ascolto di tutto e cerco continuamente musica che mi dia nuovi stimoli. È un processo che va sempre per accumulo,
mai per sostituzione. La mia produzione musicale cambia man mano che il mio bagaglio di conoscenze aumenta,  il che spiega come sia passato gradualmente dai tre accordi del punk a forme di musica più raffinate e complesse.  Credo comunque che l’esperienza del punk servirebbe a tutti, perché non è solo uno stile musicale ma è soprattutto una scuola di condivisione e di fai-da-te, che insegna a crearsi da soli le opportunità quando non se ne hanno.  Mi piace immaginare un mondo dove un novello compositore, che magari fa una musica colta e sofisticata, organizza un concerto in un garage e ti vende il suo demo con la copertina disegnata a mano e fotocopiata. Un simile entusiasmo spesso manca negli ambienti accademici.

N il tuo strumento
Ho imbracciato la chitarra quand’ero piccolo, perché ascoltavo per lo più musica dove la chitarra era lo strumento portante, e la suono ancora, ma non sono un feticista. Per me la chitarra è uno strumento come un altro, un mezzo per arrivare al fine, che è creare musica.

N La musica italiana 

In Italia non esiste più un’industria della musica, bene o male va avanti chi si fa tutto da solo o quasi, fatta eccezione per quelle poche realtà commerciali grosse che a me non interessano molto. Di bella musica ce n’è tanta, più o meno sommersa, basti anche solo guardare alla Sardegna, dove secondo me siamo messi molto bene come livello qualitativo delle proposte, ma manchiamo quasi totalmente di esposizione (e spesso anche del know-how necessario per ottenerla). Potrei nominare tantissimi progetti italiani che mi piacciono molto, mi limito a fare i nomi di tre musicisti che stanno un po’ al di fuori della realtà discografica ma che mi hanno ispirato molto con i loro lavori per il cinema: Teho Teardo, Andrea Rocca e Michele Braga.

N I tuoi studi
Io sono appassionato di musica in generale, ma più in particolare sono attratto dall’arte di registrare la musica. È un universo i cui confini sono dettati solo ed esclusivamente dall’immaginazione sonora di chi crea il prodotto, dove si possono creare mondi fantastici, atmosfere e suggestioni impossibili da riprodurre dal vivo. È anche un ambito in cui le conoscenze tecniche sono fondamentali, perciò in questo caso ho scelto un percorso di studi formali. Per farlo sono andato fuori dall’isola, in due realtà molto più grosse della provincia da cui provenivo, prima Milano e poi soprattutto Londra, dove sono rimasto sette anni, formandomi professionalmente.

N UK vs Sardinia!
Partiamo da due osservazioni quasi scontate: in Inghilterra l’arte viene presa più sul serio che in Italia e la musica può contare su un’industria e delle infrastrutture che da noi mancano; in Sardegna però si può avere una qualità della vita enormemente più alta che in Inghilterra – se uno guadagna quel poco per potersela permettere. Frequentare l’ambiente musicale londinese è stata un’esperienza impagabile. Lì ho arricchito notevolmente il mio bagaglio professionale e ho anche imparato una lezione tanto cruciale quanto inaspettata: è inutile voler scimmiottare gli artisti di un’altra cultura, l’unica maniera per distinguersi è trovare la propria voce, quel qualcosa che ti distingue dagli altri. In Inghilterra ho riscoperto il mio retaggio italiano e ho iniziato la seconda fase del mio percorso musicale che, nonostante tutto, è ancora ai primordi. Da due anni a questa parte vivo di nuovo a Sassari e, dovendo fare un confronto, direi che in una vita ideale un musicista potrebbe creare la propria musica in Sardegna, dove c’è un’alienazione idilliaca, per poi andare a promuoverla in giro per l’Europa e ritornare di nuovo in Sardegna per godersi il meritato riposo e ricominciare il processo da capo.

N Quando componi sei da solo? Spiegaci la dinamica del tuo processo creativo..

Ultimamente quando compongo sono quasi sempre davanti ad uno schermo su cui scorre una sequenza di immagini a cui devo abbinare un commento musicale. È una sorta di composizione per reazione: reagisco ad una suggestione visiva con una sonora. È un tipo di composizione estremamente creativa, perché ti fa attingere alle fonti più impensate dell’immaginazione sonora, per quanto non si possa prescindere dalla conoscenza dei fondamenti della narrazione cinematografica e dei capisaldi della musica applicata, sia quando si vuole rispettare determinati codici, sia quando si vuole deliberatamente infrangerli.
 Qualche volta capita anche che una musica nasca da sé, quando sono da solo oppure in collaborazione con alcuni amici musicisti, specialmente i membri del Luigi Frassetto Quartet [Gianni Lubinu (basso), Marco Testoni (tastiere, theremin) e Lorenzo Falzoi (batteria)] con cui ripropongo le mie musiche dal vivo. Il mio prossimo album, a cui sto lavorando in questi giorni, sarà un compendio di tutti questi tipi di composizione.

N Il tuo studio

Il mio studio è spartano ma assolutamente funzionale al mio suono. Sfrutto i vantaggi della tecnologia digitale senza però dimenticare il tocco umano, quelle particolarità, anche le piccole imperfezioni, che rendono la musica eccitante e che troppo spesso mancano nelle produzioni di oggi, dove le performance degli artisti vengono appiattite e sterilizzate da produttori troppo schiavi degli standard radiofonici. Normalmente i musicisti che si rivolgono a me per realizzare i propri lavori mi scelgono perché condividono questa mia filosofia di produzione.

N Lavorare con la musica oggi… 

Oggi sono tempi duri, per non dire tragici. Lavorare con la musica, per chi ci riesce, significa fare più o meno tutto da sé, quindi non solo fare musica, ma produrla, confezionarla e, tasto dolente per molti, promuoverla. Ci sono poi tutte le attività collaterali: insegnamento, organizzazione eventi, lavori come tecnico audio e/o luci, dj/selecter etc. Mai come oggi è necessario avere diverse competenze ed essere il più ricettivi e “onnivori” possibile.

N La colonna sonora perfetta

La colonna sonora perfetta è quella che comunica una sensazione che le immagini da sole non trasmettono, diventando un complemento essenziale al racconto del film. Per questo motivo spesso si tratta di musica difficile da consumare separatamente dal film stesso. Esistono ovviamente piacevolissime eccezioni in cui un matrimonio perfetto fra musica e immagine produce composizioni che sono perfettamente fruibili anche come entità a sé stante. Questo accade specialmente in casi in cui il regista ha un’inclinazione particolare per la musica e le lascia ampio spazio. Farò l’esempio più banale ma anche più giusto: le colonne sonore composte da Ennio Morricone per i film di Sergio Leone, lavori che ancora oggi lasciano a bocca aperta.

N I 5 brani che rappresentano i passaggi importanti della tua evoluzione
Cinque brani sono davvero troppo pochi, temo che non riuscirei ad sceglierli neanche pensandoci per un mese. Posso dire che, quando mi chiedono se io abbia un album preferito, il classico disco da isola deserta, rispondo Pet Sounds dei Beach Boys, l’apice della creatività di Brian Wilson all’indomani dell’abbandono delle tematiche surf e poco prima del suo tracollo psicofisico, uno di quei dischi miracolosi, un lavoro dove c’è dentro di tutto e dove chiunque può trovarci qualcosa per sé.

N Lancia il link di un videoclip che ti rappresenta

Questa è The Wonderful Wizard Of Oz, una suite che ho composto per musicare la prima versione cinematografica del famoso romanzo. Come spesso succede con i film muti si sentiva il bisogno di una musica di accompagnamento, tanto che diversi musicisti ci si sono cimentati prima di me. Io l’ho usato come esercizio ma alla fine il risultato mi ha soddisfatto al punto da diventare uno dei cardini dei concerti con il Luigi Frassetto Quartet.

N Dove possiamo trovarti e ascoltarti nel web
“Piacetemi” su Facebook e cercatemi su Youtube dove trovate i miei lavori di studio, le colonne sonore e spezzoni di live con il LFQ.

N Progetti per il presente?

Ho in cantiere la colonna sonora di un nuovo cortometraggio e la “sonorizzazione” di un fumetto – spero di poter  comunicare presto maggiori dettagli su entrambe le produzioni – e poi c’è il mio album, che mi auguro sia finito prima dell’estate.  Alla pubblicazione dell’album seguirà certamente un giro di date del Quartet. Ancora una volta vi invito a seguirmi su Facebook per rimanere aggiornati.

N Esalta nootempo.net e fai un augurio a chi pensi se lo meriti
Ringrazio la Nootempo, siete stati fra i primi a contattarmi al mio rientro in Sardegna, il vostro impegno per promuovere la musica isolana merita tutti i complimenti e tutto il sostegno possibile. Faccio un augurio agli amici Beeside e Apollo Beat, invitandovi a seguire anche loro ( ndr lo faremo sicuramente ) , e saluto Gangalistics, spero di vederlo spesso in giro quest’estate.

///// ph di Selene Dessena //// 

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