Interviste.Arte indipendente in un’isola senza padroni.

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nootempo.net

Alisàndru Sanna , in arte Quilo dei Sa Razza e Maloscantores  una voce d’energica rilevanza isolana. Il suo, un marchio artistico in grado d’inorgoglire l’intraprendenza musicale che in Sardegna vive. Dalle ritmiche rap alla costante vitalità di un’attività musicale sempre in atto, Quilo è un messaggio valido per ogni giovane sardo che della musica fa un’arte incorrotta ed indipendentemente costruttiva. Il tuo percorso musicale è sempre stato incentrato da un dualismo di base rapsardità.

Come reputi tale accostamento ai fini dell’approccio con il pubblico?  

«Ho iniziato il mio percorso artistico nel 1988 ad Iglesias nel profondo Sulcis, oggi terra d’ immigrazione e progetti falliti, ma per me ugualmente splendida e ricca. La cultura hip hop mi ha affascinato, rapito. Nel 1991 il primo disco in vinile di rap in sardo “in Sa Ia “ e “Castia in fundu”. Dopo tanti anni continuo a fare rime prevalentemente nella mia lingua. Non credo che per il pubblico sia un problema anzi la fortuna di Sa Razza è dovuta proprio a questa scelta del tutto naturale, il Sardo infatti è stata ed è tutt’oggi la mia forza. Rappare in sardo del resto è normale, proprio perché non ci vedo nulla di “esotico” insomma è la nostra lingua. Il concetto di sardità non mi si addice, sono sardo ma questo non vuol dire essere Migliore o peggiore di altri popoli, sono sardo e mi rappresento nel Mondo con il mio rap».

La tua non è una sola attività d’artista musicale bensì è ben noto il tuo impegno politico pro Indipendentzia. Pensi che la musica possa dar un messaggio valido a questa causa?

«La musica in genere, e il rapnel mio caso dev’ essere l’unione d’ intrattenimento e messaggio. Il mio impegno politico per una Sardegna sovrana verso una possibile e futura indipendenza a volte si manifesta anche nei miei testi senza alcuna forzatura. La musica può e deve anche risvegliare le coscienze, porre delle domande, indicare delle soluzioni, raccontare il posto dove vivi. Nel mio piccolo cerco di divertire ma anche di svegliare i ragazzi e le ragazze su certe questioni importanti. L’indipendentismo moderno non deve far paura o essere relegato a una sorta di movimento folkloristico ma può esse re una strada per il nostro popolo che deve ritrovare la sua storia e la sua strada fuori da qualsiasi razzismo o intolleranza. Deu seu sardu e non italianu non vuol dire essere contro l’Italia o disprezzarla, vuol dire semplicemente prendere coscienza per sentirci un popolo con tutte le nostre contraddizioni e tutti i nostri problemi».

 Allo stato attuale sei impegnato in nuovi progetti discografici?  

«Dopo tanti anni di rap con Sa Razza e poi con il progetto Maloscantores, tanti dischi e concerti tanta bella gente che ho incontrato, ho deciso di mettermi a disposizione degli Artisti e di fondare la nootempo.com una fabbrica indipendente che non inquina ma produce musica. In pochi anni abbiamo prodotto sette album ufficiali e lavorato a progetti come Randagiu Sardu, Bentesoi, Gangalistics e altri artisti indipendenti. Con gli Artisti abbiamo costruito qualcosa senza contributi pubblici o grandi sponsor. Musica a km zero nella piena libertà questa è la notempo. Ora penso a un mio disco da solista, mancano pochi mesi ai miei 40 anni e vorrei poter farmi questo Regalo quindi ci sto lavorando sperando di riuscire nell’impresa sempre divertendomi e senza troppe ambizioni».

Puoi descrivere in sintesi quale sia la tua visione dell’impegno sardomusicale sull’isola da parte dei giovani?

«In Sardegna abbiamo una scena musicale ricca molto attiva nella quale possiamo trovare progetti musicali veramente interessanti. I giovani, questa parola molto abusata oggi, devono ritornare ad avere delle Passioni per dare sfogo alle loro idee. Devono tornare a incontrarsi nelle cantine e nelle salette e lasciare da una parte questi finti concorsi televisivi. Fare musica significa mettersi alla prova in mezzo alla gente, partendo dal basso, studiando e divertendosi. La vita non è un reality show. Lasciate perdere questi fenomeni televisivi dove la competizione è annullare l’altro , dove la musica è semplicemente “diventare una Star“. Fate musica e poi sarà il pubblico a decidere. Con sacrificio e buone idee ognuno può riuscire a trovare il suo spazio. Non sono abituato a dare lezioni o consigli perché la musica è un percorso non facile ma una cosa che possiamo fare tutti è impegnarci e mandare il nostro messaggio».

Di Enrica Meloni  | Siliqua     enricaspol@libero.it

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