Intevista Analogica. MC Giocca il Funk Maestro della Sassari Hip Hop

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Incontriamo Mc Giocca sicuramente uno dei pionieri  dell’hiphop made in Sassari e made in Sardinia.  Rap originale , senza compromessi che non si è mai messo in svendita nelle vetrine dei mercatini “modaioli”. Impegnato, ironico cultore della buona rima, Giocca ci porta nel suo mondo, racconta la sua esperienza di vita nella musica che è cresciuta in giro per il mondo ma poi è sempre tornata nella sua isola. In questa che possiamo definire una “Grassa” intervista ripercorriamo quindi un pezzo di storia importante della cultura HipHop che si è sviluppata in tutta la Sardegna credendo che una buona lettura sia un motivo di crescita e una buona occasione per tornare ad essere Comunità unita dal Nord al Sud. Buona lettura e moltiplicate la Conoscenza! Questa è la webzine nootempo! 

Love, peace, unity, life and music!

N Presentati con una tua scheda personale.
Giocca, classe 1978, attivista hip hop, mc e beat-maker attivo dalla prima metà degli anni 90.

N La storia della cultura Hip Hop di Sassari
La cultura Hip Hop è internazionale, universale: la sua storia inizia a New York negli anni settanta per poi proseguire in tutto il mondo, abbracciando persone di diverse lingue, tradizioni e nazioni. Io ho conosciuto questa cultura quando ero un teenager, mentre frequentavo le scuole medie a Sassari. Non ho la pretesa di conoscere a menadito la storia di questa cultura, nè dalle sue origini, nè quella della mia città. Posso sicuramente parlare della mia cultura hip hop e delle mie esperienze di vita. Dieci anni fa ho scritto una canzone che si chiama “La Storia Hip Hop Di Sassari”, un pezzo che descrive più che altro la mia storia artistica, le persone che hanno condiviso con me questa cultura e con le quali ci siamo confrontati attraverso la musica, l’aerosol art, la danza. Ognuno ha la sua storia, la mia è quella, quella è la mia storia hip hop.

N who am I , the mc…
I am… somebody ! Un urlo di autodeterminazione, una affermazione di esistenza. Essere qualcuno in un sistema che ci vede solo come numeri, che ci incanala in percorsi di vita a senso unico. L’esigenza di essere un mc è scaturita dal fatto di dire quello che secondo me non andava nella nostra società, di prendere il controllo delle mie azioni e parole, di alzare la voce e dire in maniera non convenzionale quello che mi succede intorno. Il mio primo approccio con l’Hip Hop è stato il writing: una tag sul muro grida a tutti: “io ci sono”. Fare un pezzo di writing porta questo concetto ad un altro livello, rende arte questo messaggio. Essere un mc è però la massima libertà di espressione per me, ed è per questo che mi sono concentrato su questa disciplina, ed alla creazione di beats per avere un tappeto musicale ad hoc su cui esprimermi. MC è maestro di cerimonia. Per cerimonia si intende una situazione in cui si respira hip hop. Essere uniti, essere comunità, essere creativi è hip hop. Un mc deve trasmettere questo sentimento a mio parere. Un Rapper invece è una persona che rappa. Gli mc sono dei rapper. Molti rapper invece oggi non sono mc, perchè non sono interessati a portare avanti questo discorso culturale, questa “cerimonia” sociale.

N I tuoi viaggi , le esperienze più belle
Sono stato un po’ in giro per il mondo per vari motivi: per due anni tra studio e lavoro in Spagna, per due anni per lavoro e famiglia in Francia. Poi ho fatto dei viaggi incredibili in Africa, Gabon e Camerun, e recentemente in Brasile. Ho anche fatto altri viaggi, ho visto tanti paesi dell’Europa, la Tunisia e La Florida in Usa. Ma i primi che vi ho elencato sono sicuramente i posti in cui ho maturato le esperienze più lunghe, interessanti sia a livello umano che artistico. In ognuno di questi posti ho infatti assorbito influenze musicali molto forti, che si riflettono nel mio modo di comporre e scrivere i testi. Tutto questo girare il globo mi ha permesso anche di capire e parlare diverse lingue: inglese, francese, spagnolo e portoghese. Se aggiungiamo italiano e sardo, mie lingue d’origine posso essere felice di avere una vasta gamma di idiomi con cui esprimermi e capire le persone.

N I ritorni , le esperienze più brutte
I ritorni sono stati dettati spesso da scelte di vita. Dalla Spagna sono partito in Francia in cerca di lavoro. Dalla Francia son tornato anni dopo in Sardegna perché il lavoro non mi dava abbastanza per campare con un buon tenore di vita in una megalopoli cara come Parigi. Pezzi come ghiss’€uropa parlano delle difficoltà di emigrare e di riuscire a inserirsi in sistemi lavorativi che spesso sembrano funzionare, ma mentre ci danno da mangiare con un lavoro, ci impoveriscono nell’animo e nella fantasia. Rientrare in Sardegna è stata una scelta di rivalsa, una strada difficile per cercare di costruirmi un lavoro indipendente, per stare vicino ai miei cari, per avere la possibilità di sentire la mia gente e parlare dei suoi problemi e sogni con la mia musica. Per ora oltre a suonare gestisco un b&b vicino al mare e ho tanti altri progetti in avvio.

N L’Europa unita.
L’€uropa intendi? Ho finito gli studi nel periodo in cui Prodi e i suoi prodi ci imbottivano le orecchie di mirabolanti discorsi sull’ €uropa unita, sui vantaggi che avremmo avuto, sul fatto che il meltin pot culturale ci avrebbe arricchito e che avremmo avuto una stabilità monetaria e quindi un benessere maggiore. Inizialmente ero convinto che la caduta delle frontiere e l’avvento della moneta unica ci avrebbero davvero giovato. Fondamentalmente ero a favore. Solo che oggi, dopo l’avvento dell’€uro, non vedo altro che un gruppo di paesi che sono rimasti culturalmente molto divisi, una classe media che diventa sempre più povera, un mercato del lavoro sempre più schiavizzante, una impossibilità di avviare progetti di vita per le nuove generazioni. Il passaggio alla moneta unica è stato un furto legalizzato: stesse pensioni, stessi stipendi ma costo della vita quasi raddoppiato. Diritti dei lavoratori sempre meno garantiti a favore di una economia liberista senza scrupoli. Il bello dell’Europa unita sarebbe potuto essere questo punto comune della socialdemocrazia, un capitalismo che però si occupasse in maniera sociale dei suoi cittadini. Invece no. Hanno voluto dare alle banche il potere assoluto. Hanno reso gli stati più deboli e reso multinazionali e lobby i centri di potere decisionali. Hanno fatto un parlamento europeo che fa leggi che non votiamo noi direttamente ma rappresentanti che sono troppo distanti dai nostri problemi per rappresentarci. Hanno fatto una Europa del nord ricca e una del sud che deve emigrare per lavorare: noi del Mediterraneo siamo il nuovo mezzogiorno! Insomma per farla breve, sognavamo l’Europa unita ma hanno creato una €uropa disunita.

N Il tuo stile , la tua forma
Il mio stile trova la prima ispirazione nel rap americano e soprattutto newyorkese degli anni ’90. Ho sempre cercato di suonare il più possibile con quel taglio lì, usando però al posto dell’inglese americano una maniera di rappare in italiano che mi rispecchiasse, ovvero ricca di espressioni in dialetto sassarese e slang di strada che usavo quotidianamente con gli amici e conoscenti in città. Il mio accento non viene nascosto per diventare più comprensibile, anzi è calcato proprio per avere una peculiarità. Il rap deve essere originale, non puoi suonare come altri cento. Non importa se avete barre e cose da dire se sembrate tutti lo stesso rapper di Milano. Essere originali, essere se stessi e soprattutto inventarvi il vostro stile è quello che fa di voi un original MC. Le mie rime sono dure, spigolose, potenti: metto dentro alle liriche un gran numero di parole, mi piace scrivere sia in extrabeat che in modo piu smooth con voce più calda, a seconda del beat. Interpreto sempre i beat. Non scrivo mai un testo e poi lo adatto al beat. Piuttosto scelgo una musica e la interpreto come fa un ballerino. Ad ogni beat, cambio flow. Seguo il ritmo e mi lascio trasportare in scrittura dal flow che canticchio sulla base, è un’ispirazione istintiva. Registro subito il flow appena secondo me funziona, per non dimenticarlo. Poi in un secondo momento scelgo un tema e parole che concordino con l’atmosfera del beat.

Come beats ho sempre prediletto quelli che trasudano funk nella batteria e nel basso. Come campionamenti sono sempre stato affascinato dalle atmosfere jazz rigirate a barattolo. Ho iniziato ad ascoltare rap negli anni in cui si campionava la musica del passato: come minimo la regola per me era quella di prendere dei sample che non fossero riconoscibili da dischi che avessero almeno 20 anni, dunque il limite erano gli anni ’70. Cercavo un suono molto vintage che modernizzavo con un funky beat fresco. Cercavo sample che non fossero di musica elettronica, ma piuttosto analogica. Tramite il rap ho conosciuto il jazz, il funk, il blues ed il reggae e la musica tropicale. Questo mi ha portato alle origini della black music, alla musica africana e da questo punto ho cercato di mischiare con la musica etnica del mondo, riscoprendo anche la musica sarda. L’idea di campionare è quella di omaggiare e fare rivivere la musica del passato scrivendoci poi sopra del rap attuale. Per questo credo che rispetto ad oggi è cambiato il modo di produrre. Diggare il sample è l’espressione anche del tuo gusto musicale. Puoi essere un musicista bravissimo, sapere fare basi melodiose e quel che vuoi, ma se non riesci a mettere quel gusto, quell’attitudine che ha la musica black non uscirà mai un beat adatto al rap. Oggi fanno delle ottime produzioni e si rappa su house, tek, elettronica ecc… sono a favore della sperimentazione ma il beat e il rap assieme devono funzionare, ci vuole soul, ci vuole groove.

N Il Rispetto
Il rispetto nell’ hip hop, come nella vita quotidiana viene spesso messo in discussione. E’ una cultura dove c’è una grande quantità di testosterone, di deliri di onnipotenza e di egocentrismo. Chiunque sia il “Nuovo Arrivato” vuole emergere, vuole spaccare tutto e lo fa contrapponendosi a tutti quelli che sono più in vista di lui. Per cui per esistere, un b-boy si mette in competizione e cerca di superare gli altri, ivi compresi quelli che sono considerati i king, i pionieri. La mancanza di rispetto è quindi una cosa un po congenita in questo genere. In altre culture, mi viene in mente il reggae o il rock, c’è una sorta di collaborazione e rispetto tra realtà diverse, mentre nell’ hip hop bisogna veramente sudare perchè la competizione è sempre alle stelle. Direi che il rispetto va dato a chi diventa un pioniere di questa cultura, a chi ha apportato innovazione e a chi trasmette la tradizione, a chi è una pietra miliare e a chi è diventato un punto di riferimento. Il rispetto va anche dato a chi oltre a lavorare per il suo ego, si mette al servizio della cultura, crea situazioni, promuove altre persone per lo sviluppo di una comunità hip hop. Rispetto va a chi fa le cose con stile. Non va rispettato chi svende la cultura, chi pensa solo al proprio tornaconto, chi non rispetta i pionieri, chi manda messaggi distruttivi per la cultura e per la gente. E’ pieno di gente che cerca solo di affossarti per prendere il tuo posto, bisogna sempre essere all’altezza del confronto e rimettere al loro posto le gerarchie. Le sfide sono l’anima di questa cultura, ma credo che Il rispetto lo si conquisti facendo bene il proprio, non distruggendo quello che ha fatto il prossimo.

N Nei tuoi testi tratti spesso di tematiche sociali , vista la mediocrità dei contenuti trattati dai più, non pensi a volte che siano di difficile comprensione specialmente per i più giovani che ti ascoltano?
Tratto tematiche sociali quando credo che ci sia bisogno di parlarne, ma credo che non ci siano limiti alle tematiche. Si può parlare anche di cose frivole a volte, l’importante è fare buona musica e trasmettere emozioni. Certo è che il rap deve smuovere le coscienze, deve differenziarsi dalla musica pop e dal binomio amore/cuore all’italiana. Per comunicare quelle emozioni c’è già la musica di massa, quella che non ti mette troppe questioni. Il Rap deve avere invece un approccio non convenzionale, deve mettere in dubbio lo status quo, deve essere irriverente e rivendicare libertà, diritto di espressione e autodeterminazione. Se il rap inizia a suonare come il melodico italiano, credo che non stia svolgendo la sua funzione. Si svuota del suo significato.
Un mc deve risvegliare qualcosa nella testa delle persone. Conta molto il messaggio che dai, ma conta anche molto il linguaggio che si usa. Un mc deve comunicare, per cui il linguaggio deve essere più universale possibile. Deve comunicare allo stesso modo a colti ed ignoranti, a ricchi e poveri, a adulti e bambini. Se si riesce ad essere comunicativi, a mio parere si può parlare di tutto, anche di temi di difficile comprensione o questioni complicate. Tutto sta nella forma in cui si trattano i contenuti. E poi assieme ai testi c’è la musica! Il piacere delle vibrazioni trasmesse dalla musica rende più lieve anche un tema pesante. I più giovani non sono mica stupidi, capiscono qualsiasi tematica. Subiscono dai media un lavaggio del cervello, come del resto lo subiscono pure gli adulti. La nostra società è in realtà organizzata per convogliare le menti in modo che non ci si ribelli alle ingiustizie, non ci si crei una coscienza di se. Nel rap passano in radio e tv solo canzoni rap con messaggi di edonismo, odio o auto celebrazione. Oppure passa il trash che fa ridere tutti oppure il pop rap neomelodico. I rapper a cui viene dato spazio nei media non parlano mai troppo di argomenti scomodi, se lo facessero la loro carriera avrebbe fine. Se vuoi fare il musicista in Italia, per lavoro, devi fare questa roba. Se no puoi continuare a fare lo “sfigato” ma almeno puoi dire quello che ti pare. In questo secondo caso, però devi crearti un pubblico alternativo. Ed è qui che si parla di musica underground, musica che non si piega né alle esigenze di mercato, né agli standard culturali che ci vogliono imporre. Credo che ci siano già dei buoni esempi di gente che ha un buon seguito e che non è scesa a compromessi.

Nel rap passano in radio e tv solo canzoni rap con messaggi di edonismo, odio o auto celebrazione.

N Descrivici il tuo studio , cosa usi per produrre?
Uso un Pc Vaio dove gira FL Studio con cui faccio i beats con l’ausilio di una tastiera AKAI MPK mini. Come multi traccia uso il programma Adobe Audition. Un giradischi, un lettore cd, una scheda audio M-Audio, un microfono AKG, una agenda, una penna biro, fantasia e tanta creatività.

N Il primo pezzo rap che hai ascoltato nella tua vita
Allora, i primi contatti col rap sono quelli che ho avuto tramite la tv a fine anni ’80 primi ’90. Il primo rap in italiano penso che sia stato Jovanotti con gimme five (1988), e americano Hammer con “Can’t touch this” (1990). Grazie al pezzo di Hammer mi sono interessato al genere, il ritmo funk del pezzo mi aveva rapito e la maniera di ballarlo era spettacolare. Ma la vera folgorazione per il rap, la scintilla che mi ha fatto davvero innamorare del genere e di questa cultura è sicuramente il disco “Apocalypse 91 the enemy strikes black” (1991) dei Public Enemy. Ero nella mia cameretta, avevo trovato la cassetta in un negozio di dischi di Sassari e lo avevo comprato senza neanche conoscere chi fosse il gruppo. Appena partì la prima traccia, “Lost At Birth” il mio mondo cambiò. Una energia che ancora ricerco in ogni traccia. Una babele di suoni disordinati che invece suonavano perfetti. Gli scratches. La voce dell’hard ryhmer Chuck D. Non avevo mai sentito niente di simile. Era la musica per me!

N I 5 dischi da cui non vorresti mai separarti

Wow, mica facile la scelta! Ne citerei almeno altri dieci se potessi. Comunque, ecco la mia scelta senza un ordine preciso:
1) A Tribe Called Quest – Midnight Marauders
2) Public Enemy – Apocalypse 91…The Enemy Strikes Black
3) Nas – Illmatic
4) Redman – Muddy Waters
5) Genius – Liquid Swords
N linkaci un video che ti Rappresenta

un mio video: Giocca – Totem Remix

un video non mio ma che mi rappresenta: Krs One – MC’s Act Like They Don’t Know

N I 5 dischi rap peggiori della storia
non saprei… non ho il gusto dell’orrido. Preferisco ricordare quelli che mi sono piaciuti!

N Distruggi un luogo comune sull’ hip hop
Molti sono convinti che la qualità dell’ l’Hip Hop si misuri coi dischi venduti, con le views su youtube, con le apparizioni televisive, con il successo e i soldi guadagnati da un’artista. Sebbene alcuni B-Boy sian anche diventati ricchi e famosi (e una cosa non esclude l’altra per forza), l’hip hop è cresciuto e diventato universale grazie a centinaia di persone che non hanno avuto una grande notorietà pubblica, se non all’interno della comunità hip hop stessa. Il writing ha delle leggende di cui spesso non si conosce nemmeno il viso per dire. Le pietre miliari e i veri king di questa cultura non sono per forza diventati ricchi o famosi, quindi ridimensionate un po’ i vostri idoli rapper televisivi che in realtà di hip hop sanno ed hanno capito ben poco!

N I progetti per il Presente per Giocca
G Sono al lavoro su diversi progetti musicali:

un disco solista che sarà un concept album, senza featuring e che sarà prodotto da un solo beatmaker di cui per ora non svelo il nome.

un disco tutto prodotto da Mr. Nobody,, scritto a 4 mani con un mc di cui per ora non svelo il nome, ma posso dire che ha fatto… la storia hip hop di Cagliari!!!

il secondo disco del progetto Italo-brasiliano GioccaDendê, progetto che accomuna Sardegna e Bahia in un viaggio musicale fusion tra il mio hip hop e la musica melodica sperimentale della cantante brasiliana Neia Dendê. Un progetto in italiano e portoghese nato in Brasile su basi di beatmaker brasiliani, ma che poi abbiamo portato in giro con un live acustico, sia con una band per i festival della Sardegna sia con un duo chitarra/percussione, oppure con la formula tradizonale coi giradischi di Dj Padrino. Il secondo disco sarà invece prodotto su beats miei e di altri producers sardi, avrà sempre sonorità fusion e vedrà arrangiamenti di tanti musicisti sardi.

il secondo disco del progetto Sensei Crew, il gruppo formato da me, Vlade e Mr. Nobody. Siamo circa a metà disco, lavoriamo per portarvi il nostro boom bap vecchia maniera!

il nuovo disco del Woodoo Clan! Ebbene si, io, Moza e Dj padrino ci siamo di nuovo riuniti, raccolto i nostri migliori beats, quelli di Carne (Dirty Dagoes) e Mr. Nobody per riportare alle vostre orecchie il suono del Woodoo, il mio primo gruppo rap! L’approccio sarà sempre hard-core; il disco è in fase di scrittura e siamo già a buon punto. Fra poco registreremo tutte le tracce.

Oltre ai progetti musicali mi sto dedicando anche all’organizzazione di alcuni eventi Hip Hop, pochi ma buoni, sempre tramite l’associazione 4MAQ (4 Mori 4 Arti 4 Quarti) che ora vanta 10 anni di attività. Come ogni anno il main event sarà la megajam 4MAQ FESTIVAL che si svolgerà a Sassari in settembre e che prevede come sempre battle, writing, beatbox, rap e breakdance e che è diventata una delle poche jam stile old school rimaste in Sardegna e in Italia in cui si respira ancora una atmosfera hip hop a 360° e in cui possono avere accesso e partecipare tutti i talenti emergenti.

N Esalta nootempo.net , e manda un saluto a chi se lo merita.
Ringrazio Nootempo per l’intervista, per occuparsi di tutte le realtà underground della Sardegna e per essere una realtà creativa senza compromessi che molti dovrebbero prendere come esempio, perché Nootempo è mossa da una reale passione per la musica indipendente. Saluto tutti i miei veri fans, tutti quelli che mi supportano dal primo giorno ma anche quelli che mi hanno scoperto da poco. Saluto la mia famiglia, la mia ragazza e mia figlia. Un mega abbraccio a tutta la GWC, e la RG crew, seconde famiglie per me! RGWC for life! Tutti gli artisti sparsi per il mondo delle scene hip hop, reggae, rock, metal, jazz ecc che sanno che hanno la mia stima e che sanno che stimo. Love, peace, unity, life and music!

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