EXXTRA special interview. Lord Madness nudo e crudo nel suo ultimo album “Heath Ledger” .a cura di Martino Vesentini

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A più di due anni dall’ultimo lavoro “Delorean”, uno dei più rappresentativi artisti della scena rap della capitale torna con un nuovo progetto in cui mette a nudo tutte le sue sfumature artistiche e personali. Lui è LORD MADNESS e ci racconta il suo nuovo disco in questa piacevole e schietta chiacchierata.

Partiamo dal titolo dell’album, perché “Heath Ledger”?

Mi sono sentito molto rappresentato dall’interpretazione di Heath Ledger di Joker nel film “Il Cavaliere Oscuro”, anche da determinati suoi modi di fare e di pensare, certe frasi me le sento tatuate addosso. In qualche modo anch’io sono un Joker nella vita, che nasconde tante cicatrici, non tanto esternamente ma nell’anima. Ma fondamentalmente anche per ciò che è scaturito in lui in seguito, leggenda narra infatti che Heath Ledger, dopo quel film, sia impazzito, arrivando ad avere disturbi della personalità fino a morire per abuso di psicofarmaci. Io ho rischiato la stessa fine, sono un miracolato, per cui anche a livello umano mi sono sentito molto vicino a lui, oltre al fatto che era molto talentuoso, quasi maniacale nella preparazione dei personaggi che doveva interpretare.

E’ un disco diviso a metà, con due intro che anticipano le due parti di cui si compone, come mai?

Come Joker era bipolare, io sono bipolare e bipolare è anche il disco. Già nei precedenti miei lavori avevo manifestato una sorta di doppia personalità. C’è una parte più giocosa, tendente al black humor, dove ho tirato fuori la mia parte più sarcastica, a volte grottesca, ma nello stesso tempo cattiva e provocatoria. Insomma, dico le cose peggiori, ma col sorriso, mettiamola così. Poi c’è la parte di Michele, più intima e autobiografica, dove mi tolgo la maschera e mi metto a nudo, con il mio vissuto, le mie sofferenze e la mia voglia di rivalsa. Qualcuno mi ha dato del coglione perché, per come girano le cose oggi, potevo benissimo fare due dischi diversi, anziché uno così lungo e corposo. Anche la copertina rappresenta queste due parti, se vogliamo è bipolare e spiega il disco, o forse è il disco che spiega la copertina…

Sei molto conosciuto per le tue metriche, il flow, i giochi di parole, ma anche l’ironia e un certo gusto per la provocazione che spesso mancano nel mondo della musica… come mai secondo te?

Dipende sempre da come viene veicolata l’ironia, a volte può essere “aggratis”, come diciamo a Roma, senza contenuto, la classica stronzata sparata per scioccare l’ascoltatore e può comunque andare bene. Forse è per la presenza del Vaticano o per come siamo fatti noi italiani in generale, e mi ci metto in mezzo anch’io. Alla fine io dico che l’ironia è per pochi, l’autoironia è per pochi geni. Se tu riesci a sposare quel tipo di ironia, significa che riesci a prendere la vita in maniera scanzonata, tipo uno che ti racconta una barzelletta in punto di morte, non so se mi spiego…

Riuscire a sopportare determinati drammi anche guardandosi allo specchio sorridendo, può essere un modo per superare quella cosa. Poi vabbè uno può chiedersi sentendo i miei pezzi: “perché ti sei mangiato il feto abortito della tua donna?” oppure “perché ti sei fatto una minorenne?”, ma va tutto inserito in un contesto ovviamente, ti sto raccontando una barzelletta alla fine… non è che se io dico che mi masturbo sulle strisce pedonali significa che lo faccia veramente!

Poi non è che quella cosa li deve piacere per forza, l’importante è non prenderla troppo sul serio fino ad arrivare a boicottare un’artista o giudicarlo e bollarlo come persona orrenda. E’ sempre un gusto personale, ognuno sceglie quale parte ascoltare, in questo disco ci sono un po’ tutte le mie sfumature.

In un’intervista di qualche hanno fa ti ho sentito fare un bel parallelismo tra l’arte e la discografia, come la pensi oggi?

La mia idea è peggiorata, la discografia verte sempre meno sull’artistico e sempre più sull’immagine, che per carità ci sta anche al giorno d’oggi, ma non a questi livelli, è letteralmente schiava dei social. Con un Tik Tok azzeccato oggi puoi svoltare totalmente… prendi Anna, da dove è uscita? Non ho niente contro di lei, per carità, anzi la porterei volentieri a cena fuori (penso abbia raggiunto la maggiore età, no?)… ha fatto un pezzo gradevole, scrivendo minchiate alla fine, e ha subito firmato un contratto con una Major, e non è l’unica, è un esempio tra mille, oggi gira così. Se io riuscissi a coniugare arte e discografia sarebbe stupendo, non sono un’ipocrita, ma oggi la valenza di un artista non è direttamente proporzionale ai numeri che genera.

Però non mi va nemmeno di fare polemica su questa cosa, per me non esistono le etichette, ma artisti bravi e artisti meno bravi, io giudico con le orecchie. La gente invece è spesso anestetizzata dall’immagine, dalla quantità di stream e di followers. Ma alla fine anch’io devo dire che a 15 anni ragionavo così, compravo i dischi in base alle copertine oppure se uno era in classifica. La colpa è di chi promuove questa cosa, parlando più di gossip o di risultati certificati anziché di musica.

Nelle due Bonus Track che chiudono il disco ho colto citazioni a Kaos, Neffa, Esa, Colle, Primo… è quella la scuola con cui sei cresciuto?

Io in realtà ho ascoltato e ascolto tanto rap americano, però loro sono artisti che comunque stimo tantissimo, anche se non necessariamente mi ispiro a loro. Aggiungerei tra i miei best anche Lou X ma non disdegno anche tanti artisti New School, però chiaro che, per un fatto anagrafico, sono più legato a certe cose uscite un po’ di tempo fa.

Ora che il disco è fuori a disposizione di tutti cosa ti aspetti?

Devo essere sincero, citando Neffa “quel che viene, venga, mi sta bene…”. Ho un team che sta lavorando benissimo sulla parte della promozione, io ci metto il mio, sta procedendo tutto per il meglio ma è un po’ un punto interrogativo. Io spero che il disco, o determinate sue sfumature, possano rimanere nel tempo. In mezzo a tanto Fast Food musicale. Lo sento un po’ nell’aria, me lo auguro, ecco spero di non sbagliarmi. La cosa importante ora è che lo porterò in giro sul palco, presto suonerò a Milano, Modena, Roma e poi sicuramente ci saranno altre date. Con me sul palco ci sarà Promo l’Inverso, che ha prodotto 11 tracce del disco e ha fatto un po’ da supervisore di tutto il progetto.

 

 

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