EXXXTRA SPECIAL INTERVIEWS. La Guerra Santa di Giso, DDP crew senza compromessi. a cura di Martino Vesentini

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“La Guerra Santa è un’azione o un complesso di manovre strategiche militari, ed in genere una vera e propria guerra alla quale siano attribuite finalità di salvaguardia di valori religiosi.” (Wiki Cit!) Giso combatte la sua personale “lotta contro gli infedeli” dalla piccola Tortona, le sue armi sono il microfono e le rime, strumenti che utilizza da oramai trent’anni. E’ la sua missione e ce lo racconta in questa chiacchierata dove proveremo a conoscerlo meglio!

Chi è Giso e come nasce la tua passione per il Rap? 

Tutto inizia nel 1994 quando Duellz, con cui sono amico da sempre, tornò da una gita scolastica a Roma con una cassetta di rap Italiano, all’interno se non sbaglio c’era “Lo Straniero” dei Sangue Misto, pezzi di DJ Gruff, ecc. La scintilla fu quella. Pochi mesi dopo con G.Quagliano e Il Freddo fondammo i DDP. Giso oggi è un uomo di 44 anni che nel rap ha visto quasi tutto, tra dischi solisti, mixtape, album coi DDP, non riesco nemmeno a contare le robe che ho fatto. Ho avuto la fortuna di seguire Emis Killa in 3 dei suoi tour e di calcare palchi incredibili. Ho un lavoro normale, ma la voglia di sputare barre e di essere competitivo è sempre la stessa.

Quando nasce Blocco Recordz e con quali obiettivi?

Blocco Recordz nasce nel 2006, come DDP avevamo già un po’ di esperienza nel “gioco”, ma alcune brutte esperienze con label indipendenti ci diedero la spinta per provare ad essere autonomi nello stampare i nostri dischi, oltre a quelli di artisti che ritenevamo validi e che condividevano con noi lo stesso viaggio. Gli obiettivi erano quelli di posizionarci nel genere, con dischi, mixtape e live. Anche a livello visivo ed immaginario di “Crew” eravamo parecchio avanti, giravamo sempre “brandizzati” con t-shirt, felpe, collane, roba che al giorno d’oggi è abbastanza automatica, ma nel 2006 non era affatto così, eravamo un caso raro, forse addirittura unico.

Su uno dei tanti blog a tema ho letto una frase su di te che recita “Giso non è mai riuscito a fare il salto nel Mainstream. O probabilmente non ha mai voluto.” Qual è la tua opinione?

La mia proposta musicale è ed è sempre stata abbastanza radicale e non certo mainstream come intenzione. Non mi sono mai aspettato di entrare in quel mondo. Amo il rap davvero tanto, mi ha realmente salvato la vita in periodi durissimi dove ha rappresentato l’unico svago e l’unica luce nel buio cosmico. Rispetto troppo il rap per tradirlo, credo che abbia dei canoni, che non voglio assolutamente disattendere. Non mi avete mai visto e mai mi vedrete rappare su beat da discoteca e nemmeno reggaeton, non fa per me. Poi non è che sia un invasato di moda, e non amo troppo i Social, posto solo se c’è qualcosa di inerente alla musica. Non esattamente l’icona Mainstream di questi anni.

Nel 2020 nel presentare “Resistenza” hai dichiarato che sarebbe stato il tuo ultimo disco. Cosa ti ha spinto a cambiare idea?

Io in realtà ho dichiarato che sarebbe stato l’ultimo album e credo ancora che sarà così. “Guerra Santa” è da considerarsi un mixtape. Comunque al tempo ero  davvero un po’ esausto, in quegli anni si è parlato di rinascita del Rap ma a mio avviso di Rap ce ne è stato davvero poco. Tra gente poco credibile e figure macchiettistiche ero davvero demotivato. Ma poi l’amore per sta roba vince sempre, contro tutto e tutti.

Ed allora parliamo del nuovo progetto. Come nasce Guerra Santa ME4? Titolo, Concept, Grafica: raccontaci tutto!

“Guerra Santa” nasce con la voglia di condividere il microfono con tanti artisti. Negli album non sempre riesco a farlo, li considero più personali. Questo progetto nasce dalla voglia di sputare barre con rappers che apprezzo, innanzitutto; ho messo assieme veterani, young gunz, leggende di ‘sta cultura e new come quasi assoluti. Il risultato secondo me è solido, coerente e fottutamente RAP. Se ami sta roba come la amo io hai la necessità di andare in guerra contro tante cose: è una sorta di missione, è una GUERRA SANTA! Una guerra che probabilmente non si può più vincere, ma per indole preferisco “morire lottando” che lamentarmi e basta. Anche a livello grafico ho voluto distaccarmi dall’immaginario del rap classico che gira oggi, quelle immagini alla Griselda diciamo, che stanno diventando un po’ inflazionate a mio parere. Una bella foto, nel campetto davanti a casa mia, dietro le case popolari di Tortona, un canestro poi non poteva mancare, visto il mio grande amore per il basket. Loller poi ha unito il puzzle trovando i giusti font e valorizzando al meglio sia la foto che l’idea di fondo.

Tra le tante collaborazioni, ai miei occhi spiccano i featuring di Tormento e Dafa, due che nei Novanta hanno scritto pagine importanti di un periodo che tutti conoscono come Golden Age. Come sono nate queste Combo? Ci sono altri artisti di quel periodo che ti hanno ispirato?

Per chi non lo sapesse sul finire dei Novanta, come DDP, gravitavamo attorno al mondo Area Cronica, i Lyricalz ci hanno sempre supportato, facendoci addirittura un feat sul nostro secondo demotape. L’album “A Distanza ravvicinata” di Dafa, nel 2008  uscì per Blocco Recordz. Siamo sempre rimasti in contatto. Con Torme non ci si sentiva da tempo, ho provato a mandargli il provino del pezzo, gli è piaciuto e mi ha benedetto con la sua strofa. Avere Emi e Torme sullo stesso pezzo, e su un beat del genere di un’altra colonna come DJ Fede non ha davvero prezzo per me.

In “Platoon” l’intro è di Jake La Furia che vi definisce “Dinosauri”. Come ti senti in un mondo come questo in cui l’età media è molto bassa?

Si, in effetti dice dinosauri, ma aggiunge anche “vi facciamo il culo come e quando vogliamo!”, ed io condivido in pieno! Poi sta roba dell’età comunque è molto relativa: lo stesso Jake, Gue, Marra e Noyz sono tutti, anno più anno meno, miei coetanei e, come dice bene La Furia, è dura spodestarli. Io non mi metto nemmeno al loro livello, i miei numeri sono molto più piccoli rispetto ai loro, tuttavia credo che se tu sai fare bene il tuo, l’età alla fin fine non conta. Poi è chiaro che magari i ragazzini di 13/14 anni non mi ascoltano, ma con le robe che dico tutto sommato ne sono anche contento!

“Caro Prez 04-22” è una lettera aperta alla politica, che tu definisci “fallita”. Credi si possa azzerare tutto e ripartire con facce e idee diverse ?

La politica Italiana mi fa vomitare, letteralmente. Sanno solo darsi dei “fascisti” o “comunisti” a vicenda. Fanno questo, solo questo. Nessuno fa niente per il lavoro ad esempio, con contratti ancora fermi a 40 anni fa. Per me la Destra e la Sinistra sono la stessa faccia della stessa orribile medaglia. Ti rendi conto che abbiamo in Parlamento gente che nel 2023 fa il saluto romano e canta “Bella Ciao”? Siamo sempre più invischiati in roba morta da decenni. Io sogno gente capace, gente che occupa dei Ministeri perchè è il top nel proprio settore, indipendentemente dal colore politico. Cosa che però non credo accadrà mai… Quindi per rispondere alla tua domanda, no, non vedo ripartenze, vedo solo la stessa merda di sempre con volti più giovani. Per me andrà sempre peggio.

L’album si chiude con “Un Giorno Easy”: ti sentì davvero destinato all’Inferno?

Io credo di essere un buon amico per i miei fratelli e una persona di cuore, quello me lo riconosco. L’inferno lo merito sicuramente per 1000 e più motivi, ma magari non proprio nei gironi più infimi, mettiamola così.

Capitolo Live: porterai in giro questo disco?

Lo spero, il 2 aprile abbiamo organizzato una grande festa nella mia città per celebrare dal vivo “Guerra Santa”, poi pare che stia venendo fuori qualcosa per l’estate. Seguitemi e chiaramente condividerò man mano tutte le date, info, etc.

Musica liquida VS Supporto Fisico: qual è la tua opinione?

Chiaramente preferirei il fisico, ma alla fine ora funziona così.

Progetti per il futuro?

Ho due EP in ballo con due super producers, un bel po’ di feat in uscita, e ovviamente spero qualche data. State Sintonizzati!

 

 

ASCOLTA GUERRA SANTA – GISO 

 

 

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