EXXXTRA SPECIAL INTERVIEWS. RENATO FAILLA ON AIR E OLTRE, LA VOCE DI TO TAPE . A CURA DI MARTINO VESENTINI

No Rating

A chi dobbiamo l’invenzione della Radio? A Nikola Tesla, nel 1893, o Guglielmo Marconi, nel 1896? Io non conosco la risposta esatta, ma so che la radio accompagna le mie giornate da quando ne ho memoria. Una ricetta tutto sommato semplice, uno speaker al microfono e qualche disco da suonare.

Eppure, gli anni passati e la tecnologia sempre più avanzata, non hanno ancora cambiato certe abitudini, ed ancora oggi amo cercare nella galassia delle frequenze radio una voce che mi guidi a scoprire musica che non conosco. Renato Failla è una di queste voci, speaker e autore di diversi programmi, lavora in radio e per la radio, scrive di musica, oltre ad essere un musicista. Lo proviamo a conoscere meglio con questa chiacchierata.

 

Come nasce la tua passione per la Radio? 

Sembra la solita cosa banale che si risponde, ma nasce effettivamente in tenera età, sono sempre stato affascinato da questo mezzo. Da piccolo giocavo da solo a fare la radio, anche se non ricordo assolutamente cosa dicessi e come, ma sicuramente provavo a farfugliare qualcosa e lanciavo le canzoni, mettendole poi nello stereo, che era anche l’ennesima scusa per ascoltare musica.

Ad un certo punto, durante le scuole medie, ad un cugino con cui condividevo tante cose arrivò in regalo questo giocattolo che si chiamava Studio 51 o forse proprio Studio 54 (non ricordo assolutamente l’azienda produttrice, quindi se qualcuno lo riconosce mi aiuti a trovarne uno!) come lo storico locale di Broadway. Era un affare con un microfono di plastica, un mangianastri con vari tasti per far partire jingle ed effetti vari: in sostanza un piccolo mixer portatile con lo stretto indispensabile per fare radio. E noi passavamo interi pomeriggi a registrare finti programmi con tanto di canzoni ed effetti sonori improbabili.

Ti ricordi la tua prima volta ON AIR? 

Me la ricordo perfettamente perché credevo avessero registrato la puntata dalla “sede centrale” e invece non è andata così, per cui non ho alcuna prova del mio esordio “in onda”. Era una piccolissima Web Radio, e ti parlo del 2009, nata da pochissimo ed io lavoravo con un’ attrezzatura che definire di fortuna è un eufemismo. Ero naturalmente galvanizzato, ma ricordo solo che in scaletta c’era “Attitude” dei Sepultura, per il resto purtroppo non so dirti di più. Anche se, dovendo proprio andare ancora indietro con la memoria, facevo già delle piccole trasmissioni estemporanee per gli amici, utilizzando il player Winamp, con cui potevi trasmettere in streaming ad una cerchia ristretta di persone tramite un link che fornivi tu stesso.

Sei alla Sesta Stagione del tuo format “TO TAPE”: com’è nato e come si è sviluppato nel tempo? 

“To Tape” in realtà arriva da molto lontano, è solo l’ennesima evoluzione della mia vita radiofonica sviluppatasi attraverso diversi format, in diverse radio. Partito con un programma dedicato agli anni Novanta su una Radio calabrese, sempre via web, ho poi sviluppato parte di quello che è oggi “To Tape” con il programma “Alberone Party Program” andato in onda per 7 anni su Radio Flo, web radio salentina con cui abbiamo fatto veramente grandi cose, vincendo un bando, organizzando serate a Roma, addirittura un festival. Insomma, un lavoro vero e proprio. Eravamo circa sessanta speaker, con quaranta programma settimanali in diretta. Ricordo durante un’intervista ai Calibro 35 (nel 2013, circa) la loro faccia quando dissi com’era strutturata quella realtà. Con “A.P.P.” inizia quindi il mio lavoro di divulgazione della musica underground italiana, principalmente di matrice Rock (Post, Math, HC/Punk e via dicendo), grazie al quale tra centinaia di interviste, dirette di concerti e mille altre cose, ho costruito gran parte delle mie relazioni con etichette indipendenti, promoter e in generale con il mondo musicale italiano che ancora oggi mi porto dietro. “To Tape” è la sua prosecuzione naturale, ma con una struttura decisamente diversa a partire dallo sguardo anche alla musica del mondo.

C’è molto meno Rock rispetto ad “A.P.P.” e molta più Black Music, ma in generale l’intento è lo stesso di sempre, la divulgazione della musica “altra”, come molti la chiamano, ma che a me non piace come termine, anche per fare capire quanta corrispondenza in realtà ci sia tra la musica mainstream e quella di nicchia, perché poi tanto di nicchia non è. Il fine principale è parlare del presente, della musica contemporanea, per cercare di capire come sarà il futuro in termini musicali. Naturalmente non viene messo da parte il passato, anzi tante volte è un gancio importante, perché le radici sono fondamentali per capire e leggere meglio certi linguaggi. Passato si, quindi, ma non passatismo.

Dove possiamo ascoltare oggi “TO TAPE? 

To Tape oggi si può ascoltare su dieci radio diverse, dal Nord al Sud, sia in FM che in streaming (https://www.totape.it/ascoltaci/). E questo è il primo anno che viene distribuito il programma, una cosa su cui stavo ragionando da tempo e che ho potuto mettere in pratica solo nella sesta stagione non essendo più il programma legato ad una sola radio. L’idea è quella di allargare ancora il raggio perché credo nella condivisione delle cose, nella forza del collettivo, in qualunque aspetto della vita.

Quanto è difficile oggi fare radio, mantenendo e cercando di far crescere un proprio pubblico, in un’epoca in cui ognuno di noi può crearsi delle playlist su misura? 

È difficile nella misura in cui si crede sia difficile, nel senso che se l’intenzione è quello di far conoscere qualcosa di diverso da ciò che normalmente la massa conosce, non è più difficile di qualunque altro mestiere artistico che non va ad attingere nel calderone del conosciuto. E anzi, credo sia paradossalmente più facile farla oggi in cui tutto è standardizzato, perché la voglia di conoscere altre cose c’è, di essere “scioccati” dal nuovo, da qualcosa di particolare, ed è alta, essendo circondanti da centinaia di migliaia di persone che dicono e fanno tutti la stessa cosa. Parte un trend e tutti seguono quello, quindi quando spunta qualcosa di diverso attira sicuramente l’attenzione. La difficoltà, semmai, è quella di mantenere l’attenzione nel corso del tempo perché la distrazione è dietro l’angolo.

C’è sempre bisogno di una guida in qualunque aspetto della vita, e con questo non dico io lo sia, ma credo che crearsi una playlist su misura se non si hanno gli strumenti, o meglio, le conoscenze per capire cosa si vuole e cosa cercare, sia davvero difficile e quindi si finirebbe per affidarsi alla rotazione automatica che dopo un po’ annoia, inevitabilmente. Per la mia piccola esperienza noto che le persone rimangono incuriosite da ciò che propongo con “To Tape”, e parlo anche di chi non ascolta musica sempre con cognizione e che ha bisogno di ascoltare musica facendosela raccontare.

Con tutto questo, non dico sia una passeggiata, anzi, è un lavoro costante e continuo in cui non si smette mai di cercare di allargare sempre di più il giro. In realtà alla fine è molto difficile, ma sono io a non sentirne il peso! (Ahahah)

In un’intervista ad un famosissimo deejay radiofonico di un Network nazionale, lui ha dichiarato: “Facciamo un mestiere talmente bello e appassionante che probabilmente continueremo a farlo anche senza essere pagati…” cosa ne pensi? 

Credo sia assolutamente vero ma la creatività deve anche essere stimolata, quello dello speaker radiofonico è un mestiere come tutti gli altri che ha bisogno di impegno e dedizione e soprattutto genera delle economie, per metterla sul piano puramente pratico.

Hai qualche nuovo progetto radiofonico / musicale in cantiere? 

Ne ho diversi che sto cercando di sviluppare in quest’ultimo anno e mezzo, ma che hanno bisogno ognuno del loro tempo e impegno, quindi stanno procedendo un po’ a rilento. C’è da dire che ho sempre in mente mille idee e progetti ma poi devo ogni tanto fermarmi e dire “questo sì, e questo no” altrimenti non smetto mai di elaborare. In ogni caso, c’è un piccolo Podcast che ora è nella fase di produzione e qualcos’altro di radiofonico che spero di poter mettere in piedi in estate.

Poi arriverà un altro progetto musicale lontano da quello che ho sempre suonato e composto, una cosa che ho sempre voluto fare e che stiamo realizzando con un collega produttore. E anche qui spero di poter far ascoltare presto il risultato!

 

 

Approfondimenti dal web 

 

 

 

 

Tags

0 thoughts on “EXXXTRA SPECIAL INTERVIEWS. RENATO FAILLA ON AIR E OLTRE, LA VOCE DI TO TAPE . A CURA DI MARTINO VESENTINI”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *