Intervista analogica. Coesione e Comunità I guerrieri sardi del Gaming: La Missione di Shardana Gamers ASD

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In questa nuova intervista analogica incontriamo il Team tutto sardo dell’ASD Shardana Gamers. I ‘Universo del Gaming è in continua espansione ed è una dimensione interessante da esplorare e conoscere.  I guerrieri nuragici sono pronti a portare a segno molte sfide. Oggi ci raccontano parte della loro esperienza che vuole essere soprattutto un motivo di scambio, sana competizione per favorire la crescita di una community tutta isolana con diversi obiettivi da raggiungere. da quando sono nati, i Videogames, hanno cambiato il mondo. Dal primo vero videogioco interattivo “Cathode-Ray Tube Amusement Device”, creato nel 1947 da Thomas T. Goldsmith Jr. e Estle Ray Mann con un oscilloscopio. Dall’Atari 2600 a mondi virtuali evoluti che ormai sono destinati a interagire con le AI

Come è nata l’idea di creare Shardana Gamers e qual è stato il vostro percorso finora?

L’idea è nata da 3 amici che avevano il desiderio di mettersi in gioco organizzato private ed eventi per la community di CallofDuty, grazie a questa esposizione i player intorno a noi si sono affezionati ed hanno iniziato a supportarci, da quel momento è iniziato il nostro percorso di crescita fino a diventare un ASD a tutti gli effetti 

Qual è il significato che il mondo del gaming ha per voi oggi, e quali sono i valori che volete trasmettere attraverso la vostra attività?

Il significato che diamo è sicuramente coesione e comunità. Il mondo del gaming, che e il forte espansione, viaggia di pari passo tra competitività, divertimento e rispetto reciproco, quest’ultimo è il valore piu importate che trasmette Shardana Gamers

Considerando l’attuale mercato del gaming, quali sono le sfide e le opportunità che vedete per i giovani che vogliono intraprendere questa strada?

Sicuramente, essendo un mercato in grande espansione, il nostro obbiettivo, soprattutto per la Sardegna , è quello di emergere con i nostri player, farli performare nelle migliori condizioni e instradarli in un percorso di crescita sano e leale, come in qualsiasi tipo di sport.

Qual è il vostro legame con la Sardegna e in che modo influisce sulla vostra attività di gaming?

La Shardana Gamers in primis è nata da un esigenza soprattutto sarda. Siamo l’unico Team Easport registrato regolarmente e questo ci fa onore, portare in alto la nostra bandiera in giro per fiere, eventi e mondo virtuale è un grande orgoglio ed una grande responsabilità, quindi, per noi, l’essere Sardi è il vero motivo di successo.

Qual è la vostra opinione sui diritti degli artisti e professionisti sardi indipendenti, e come pensate che si potrebbe migliorare la loro visibilità e le loro opportunità?

Stanno in questo mondo, quello videoludico, abbiamo notato che i sardi e la Sardegna in generale sono apprezzati e rispettati. Il problema come sempre per noi è geografico, purtroppo abbiamo una crescita lenta, ma efficace. Quindi il consiglio che diamo ai nostri ragazzi e a quelli che stanno iniziando è solo uno. PERSEVERARE

Non credete che in questi tempi ci sia una certa saturazione di pseudo-gamers che poi diventano personaggi da social e streamers che parlano di tutto tranne che del mondo dei giochi? 

Si, purtroppo è cosi, e per certi versi è anche normale. Nel mondo social, passare dal gameplay ad esporsi a livello influencer è un attimo, ed è quasi visto come un upgrade. Soprattutto per in Italia il mondo dell’export non è regolamentato a dovere, e quindi molti si trovano a fare un cambio di contenuti.

Come pensate di contribuire alla comunità locale attraverso la vostra passione? 

In primis, dandoci da fare su qualsiasi tipo di esperienza che possa nascere nella nostra terra. In particolare dando presenza e fornendo la nostra esperienza nelle fiere o eventi legati al mondo videoludico.

Dimenticavamo. E’ tutta colpa dei Videogiochi…. ! 

E’ vero, ed è proprio colpa dei videogiochi se abbiamo deciso di investire sui nostri ragazzi e sulla nostra terra. Per non parlare, per chi come me, ha vissuto il Covid come un incubo, che il gaming per certi versi ci ha salvato.

Quali sono i vostri progetti attuali e futuri come collettivo di gamers?

Sicuramente farci conoscere sempre di più, portare la Sardegna e tutte le sue realtà legate al mondo videoludico, alla pari con le altre Org di tutta Italia e chissà, magari farci anche sentire dalle Istituzioni per stimolarli nell’apprendere che questo mondo, è un mondo di sacrifici, investimenti e pura passione. Vogliamo essere riconosciuti come gli sport fisici.

 

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