Intervista Analogica.Tra Blackwork e mistiche geometrie, i tatuaggi di Alessandro Derrù

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Alessandro Derrù tatuatore sardo che vive e lavora nella città di Porto Torres ( Sardinia SS ). Lo incontriamo in questa Intervista Analogica per farci raccontare l’arte del tatuaggio. Un professionista che ha dedicato tanti anni ad affinare la tecnica ed oggi è uno degli artisti piu’ apprezzati nel panorama isolano. BlackWork , perfette geometrie, una cura maniacale del tratto e della Forma oltre che osservare un etica precisa fanno di lui un Artista. Il tatuaggio è una forma d’arte, un rito al quale consegnare una storia, un ricordo, un segno che ci appartiene. 

Capita di frequente che i clienti ci chiedano di realizzare soggetti appartenenti alla nostra cultura, a partire dalle maschere, i gioielli, la bandiera dei mori o quella di Arborea, scorci di paesaggi o dediche ai loro paesi, insomma anche nel tatuaggio i sardi denotano una certa voglia di precisare le proprie origini.

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N Un tua breve scheda personale
Mi chiamo Alessandro Derrù e lavoro nel mondo del tatuaggio da poco più di dieci anni. Ho cominciato a frequentare lo Stigma Tattoo a Porto Torres, l’attuale studio dove lavoro, nel 2004, nel 2006 ho fatto i primi piercing e da circa tre anni ho deciso di iniziare a tatuare dopo aver osservato a lungo la tecnica.

N Quel giorno che… il foglio bianco era la pelle di qualcuno…
Penso che praticamente tutti i tatuatori abbiano cominciato “sacrificando” un amico, ed io ho avuto la fortuna di fare pratica con un mio conoscente. Ho esordito con cose semplici e piccole, dei geroglifici in nero, in modo da fare pratica con la pelle e con gli strumenti dello studio di Manola, la mia attuale titolare.

N L’Arte del tattoo oggi
Al contrario di quanto si crede il tattoo oggi ha la stessa funzione di qualche secolo fa, ovvero comunicare attraverso simboli un contenuto personale a qualcun altro. Nelle tribù si utilizza uno stile di tatuaggio omogeneo spesso per definire l’appartenenza o lo status. La differenza con una società multiculturale come la nostra sta nel fatto che il tatuaggio ha diverse provenienze, diversi stili, diverse tecniche. La fusione delle culture ha portato ad una differenziazione dei soggetti da tatuare ma non ha snaturato la loro funzione comune, ossia indicare uno stato, un’emozione, un evento personale. Il passaggio da fenomeno di nicchia, tipico di alcune categorie di persone, a fenomeno di massa, ha agevolato il progresso tecnologico nel mondo del tatuaggio, generato nuove forme artistiche, depurato il tatuaggio dal suo connotato negativo di simbolo di emarginazione.

N Sperimentare nuove forme e nuovi linguaggi, descrivici il tuo stile
Ultimamente sto evitando i colori, sono spariti dalla mia pagina instagram e dalle mie tavole in favore del solo nero. Apprezzo gli stili che mi concedono l’utilizzo di forme ornamentali che decorino il corpo, tra questi il blackwork, gli elementi orientali, lo stile mehndi e quello geometrico mi soddisfano più di altri.

N Un tattoo resta per sempre. Raccontaci quanto tempo spendi a parlare con chi vuole farsi un tattoo per la prima volta.
Molti dei nuovi clienti sono ovviamente adolescenti che spesso dai 16 anni in su devono per legge essere autorizzati da un genitore. In questi casi si crea il paradosso, dettato da una mia etica personale, di dover convincere il/la ragazzo/a a rivedere il soggetto da tatuare e cambiare spesso la zona dove farlo, questo per non compromettere in giovane età una eventuale carriera lavorativa. Quando si tratta di adulti invece non dibatto molto sul contenuto del soggetto, piuttosto sulla sua forma, ma questa è una cosa che faccio sempre con chiunque, diciamo che il lavoro finale è un compromesso tra il desiderio del cliente e le mie esigenze di tatuatore.

N La città dove vivi e lavori , la Sardegna
A Porto Torres si lavora molto bene, soprattutto negli ultimi anni e devo dire che in generale la Sardegna è un luogo in cui le persone comunicano più di altre attraverso il tatuaggio. E’ praticamente impossibile ormai andare in spiaggia e non vedere persone tatuate. Questo rappresenta il fatto che c’è bisogno e voglia di esprimersi con le forme artistiche del proprio tempo. Possiamo fare un parallelo con l’utilizzo del colore nell’artigianato, nel murale, negli abiti tradizionali.Capita di frequente che i clienti ci chiedano di realizzare soggetti appartenenti alla nostra cultura, a partire dalle maschere, i gioielli, la bandiera dei mori o quella di Arborea, scorci di paesaggi o dediche ai loro paesi, insomma anche nel tatuaggio i sardi denotano una certa voglia di precisare le proprie origini.

N Distruggi un luogo comune sui tatuaggi
Nella parola tatuatore non ci sono doppie. Le parole “tattuatore”, “tatuaggiatore” e “tattuagio”non esistono.

N la tua playlist , i 5 album che ascolti mentre disegni sulla pelle
“The pale emperor” Marilyn Manson
“Loud like love” Placebo
“Drones” Muse
“Delta machine” Depeche Mode
“With teeth” Nine inch nails
A ripetizione album di questi stessi artisti.

N Progetti per il tuo presente
Evitare i colori e i minorenni. Migliorare la tecnica del tatuaggio. Realizzare lavori di grandi dimensioni su un uomo e una donna,

N Le “strade” della rete che portano ai tuoi lavori
Facebook attraverso la pagina dello studio Stigma Tattoo di Porto Torres, il mio profilo personale e la mia pagina instagram @alessandro_derru

N Esalta brutalmente nootempo e tatua un messaggio indelebile per la tua terra
Grazie a Nootempo ed ai suoi artisti per questa bella intervista, mi avete dato l’opportunità di aver messo nero su bianco alcuni aspetti del mio lavoro e grazie dell’interesse per il mondo del tatuaggio che è in crescita grazie a numerosi e bravissimi colleghi sardi.

Per info trovate i link qua sotto:
https://www.facebook.com/stigmatattoo/?ref=bookmarks

https://www.instagram.com/alessandro_derru/

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