EXXXTRA SPECIAL INTERVIEWS. La penna Tagliente di Slowletti Verona sul beat .A cura di Martino Vesentini

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Ho incontrato Slowletti per la prima volta nel 2020, poco dopo l’esplosione del Covid, in occasione dell’uscita del mixtape “Verona Sveglia 2020”, ideato da Dj Teo e Sonbudo. Il suo pezzo mi aveva colpito per attitudine e liricismo, così ho continuato a seguirlo, fino all’uscita del suo esordio sulla lunga distanza, con l’album “Elucubrazioni”. Talento indiscutibile, una penna tagliente che ha tante cose da dire e le sa raccontare bene. Proviamo a conoscerlo meglio. E provate ad ascoltarlo.  [ M.Vesentini ]

Qual è stato il tuo primo contatto con la musica?

Il mio primo contatto vero e proprio con la musica così su due piedi mi riesce difficile da ricordare, mi verrebbe da dirti quando da piccolo mio padre mi portava in giro in macchina facendomi ascoltare la sua collezione di musicassette di Dalla, Battiato, Dire Straits, Deep Purple e tanti altri…

C’è un momento in particolare in cui hai deciso che avresti fatto rap?

Il momento in cui ho deciso di cimentarmi con il rap penso sia arrivato ai tempi delle scuole medie, il rap non mi dispiaceva però principalmente ascoltavo altre sonorità, suonavo la chitarra e, sia da ascoltatore che da musicista, puntavo a fare roba tendente al punk, al metal, tutt’altra roba proprio. Poi un giorno un compagno di classe mi fece vedere dei video di qualche battle del “2TheBeat” e da li venni risucchiato completamente, il freestyle mi sembrava una cosa più “alla portata di tutti” rispetto al fare pezzi rap, quindi diciamo che il mio primo approccio alla faccenda fu proprio il freestyle.

Dopo varie apparizioni, sei uscito con il tuo primo disco “Elucubrazioni”, nel maggio del 2021. Come ti sei sentito alla fine del lavoro, quando ti sei ritrovato con tutti i pezzi pronti?

Una volta chiuso il disco lo avrei buttato fuori subito, ero troppo contento, anche perché il primo progetto fu un mixtape, seguito da un EP (“Della Scala”) ma è per il disco che avevo deciso di tenere i vari featuring, una varietà più grande di producers (tranne Mr. Phil, sia i featuring che i producers sono tutti veronesi!) in modo da poter dare alle persone un progetto che rappresentasse la nostra città in pieno, con la vecchia e la nuova scena veronese insieme. C’è un po’ di tutto nell’album, anche a livello di sonorità. Tuttavia ho dovuto darmi un freno, però giustamente alla fine, perché poi c’era da pensare a tutto il resto, dalla gestione della parte grafica, col fondamentale apporto di Michele Rodella, e poi il booking, ecc.

Come sono nati i vari featurings?

I vari featurings sono nati tutti nella maniera più naturale possibile, sono persone che conoscevo da tempo. Numb, Koi e Winston Cee ad esempio, ci frequentiamo tutti da prima ancora che iniziassimo a fare musica, quindi l’idea e la voglia di fare roba insieme c’era da tempo, per loro come per gli altri, serviva solo l’occasione giusta, che il disco ha portato.

Come nasce solitamente un tuo brano?

Per la nascita di un brano non seguo uno schema preciso, può capitare di avere una mezza idea su quello che voglio fare a livello di testo e allora cerco un beat su cui quell’idea possa funzionare, oppure capita spesso di sentire qualche bozza di produzione dai miei beatmaker di fiducia e da li mi viene l’idea per qualche pezzo. In un certo senso mi piace anche farmi “trascinare” da loro.

Oltre a scrivere produci o partecipi comunque in qualche modo a questa parte del lavoro in studio?

Produrre sicuramente è una parte che mi attrae da un po’, ma devo rinviare l’approccio diretto alla cosa per il poco tempo libero purtroppo. Per il resto, che si parli della parte musicale o dell’aspetto grafico o dei video, cerco di dire la mia partecipando attivamente alla stesura delle idee, lasciando comunque libertà alle persone con cui collaboro, ma cercando di raggiungere insieme il miglior risultato possibile.

Come mai hai voluto uscire una seconda volta con lo stesso album, rinforzato da 6 nuovi pezzi, a circa un anno di distanza dalla pubblicazione?

L’idea della Re-Pack di “Elucubrazioni” sta nel fatto che comunque alcuni brani erano pezzi che avevo intenzione di inserire già nella prima versione del progetto, andavano solo rifiniti, altri erano solo idee che dovevano prendere forma, così ho preferito non ritardare l’uscita. Queste aggiunte hanno avuto un senso anche in vista dell’uscita della copia fisica.

Hai un artista di riferimento o comunque qualcuno a cui guardi come esempio in campo musicale?

Agli inizi sicuramente ho avuto dei riferimenti, com’è normale che sia, ma poi col tempo e l’esperienza ho cercato di prendere una strada più originale possibile.

La generazione a cui appartieni sembra poco interessata alla parte “culturale” della faccenda, i discorsi sull’Hip Hop e su ciò che rappresenta sembrano proprio appartenere ad un’altra era. Cosa ne pensi?

Io penso che ora come ora sia stato sdoganato un po’ tutto: dal chiudere o meno una rima, dal passaggio di sonorità, alle cose che si dicono, le cose che si mostrano, ecc. l’evoluzione ha portato fino a qui, nel bene e nel male, con tutti i suoi pro e i suoi contro. Io mi sono appassionato a tutto ciò che veniva prima, pur provenendo da tutt’altro tipo di ascolti, ma posso capire che a qualcuno quella roba possa anche non piacere, è una questione di gusti. Trovo per lo più insensato il “purismo” da qualsiasi punto di vista, io faccio quello che faccio, ognuno giustamente fa il suo, a me interessa una cosa a te un’altra e va benissimo così, il mondo è già abbastanza una palla di suo ora come ora, non penso abbia molto senso stare a grattarsi la testa ancora per cose di questo tipo.

Featuring dei sogni?

Quelli che verranno col tempo.

Progetti per il futuro?

C’è tanta carne al fuoco, sto lavorando a più progetti al momento, ci sarà da divertirsi,solo questo.

 

 

 

 

 

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