Interviste Analogiche. Nicola Montisci ak TiXi e la folle ricerca della felicità.

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Ospite della nostra Intervista analogica il Poliedrico e multitasking Nicola Montisci o meglio da tutti conosciuto come Tixi . Viaggiatore solitario, blogger, imprenditore nel campo della comunicazione e vent’anni passati alla consolle come Deejay a far ballare e pensare centinaia di ragazzi ragazze.  Quarant’anni e una laurea in scienze politiche , Tixi  ha imparato ad amare la sua Città, Cagliari. Ci ha rilasciato questa intervista rispondendo alle nostre Domande mentre viaggiava in treno da Barcellona a Valencia. Tixi come potete notare è sempre in Movimento. Aspettando il suo Libro, lo ringraziamo di aver dedicato un po’ del suo tempo alla nostra WeBZine libera che cerca di dare spazio ad Artisti, autori, blogger che vogliono raccontarci la loro esperienza professionale e il loro senso della Vita. 

Un bar, il mio mac e una connessione wifi e si lavora. Senza orari, senza stress, così in giro per il mondo

tixi2N Presentaci la tua scheda personale
Quarant’anni, ma ancora non ci credo. Penso di essere morto e rinato tante volte. Ho molta grinta in corpo per me e gli altri, passione infinita per tante cose. Una laurea forse inutile in scienze politiche e un tesserino forse ugualmente inutile da giornalista pubblicista.  Da diversi anni ho un’attività imprenditoriale con cui coordino la comunicazione per diversi soggetti, enti e privati a vari livelli. Ho un mio sito, diciamo che è la testata giornalistica in cui mi piace scrivere i pensieri in libertà, così come la pagina Facebook, ne ho addirittura 3 tra profilo e pagine fan Tixi e dj Tixi. Il mio canale di connessione col mondo. Sono un piccolo imprenditore come tanti, partita iva, tasse, sudore, fatica, notti insonni. Un lavoro che, sia chiaro, mi piace come non mai, che non ha orari, luoghi e ferie, che spesso faccio in giro per il mondo (ora sono in treno da Barcellona a Valencia) con un computer gira connessione, e che si completa poi con l’attività da Dj e con la splendida esperienza a Radio Sintony. Non dimentico mai di essere fortunato e tutta questa fortuna mi rende debitore nei confronti della vita e delle persone che mi hanno aiutato e dato spazio. Nel percorso ci sono mille maestri e mille lezioni da imparare.

N Comunicatore, Dj, viaggiatore…
Sono tripartito. In realtà il filo conduttore è sempre comunicare. Comunicare come scrivere contenuti per lavoro, con la musica che passo dalla consolle, e emozioni che provo a condividere quando viaggi o sento di doverle scrivere per gli altri, buttarle sul web e magari qualcuno le raccoglie e sta meglio. Tutto è comunicare, fare network, creare legami e contaminazioni. Sogni, passioni, varie collaborazioni, ripartenze e viaggi e voglia di fare qualcosa di utile e positivo per il posto dove vivo, perché se non lasci traccia, se sei indifferente, se ti fai gli affari tuoi e non coltivi nulla perdi. E’ scritto nella storia.

N Far ballare e far pensare
Continuo a pensare che la figura del dj sia fantastica. Abbiamo una missione: far sentir bene la gente e se possibile passare dei messaggi. Non possiamo ridurci solo a fare apparizioni, avere pagine Facebook, ottenere like a crederci “super-star”. Dobbiamo spenderci anima e corpo ancora di più.  Ci penso ogni volta che mi chiamano per un djset. Me ne sono accorto in questi quasi vent’anni di consolle. Ogni volta sento una occasione straordinaria: conquistare il cuore di centinaia di persone quanto ti tocca scegliere la playlist e schiacciare il tasto play, dettare il bpm della serata o prendere un microfono. In quelle ore aspettano te, i tuoi gesti, i tuoi cambi, e tu puoi davvero lasciare il segno. Devi dedicarci anima e corpo, lavorare sodo a cercare i pezzi giusti, provare, comporre e scomporre djset, fare in modo che per quelle ore loro dimentichino tutto, i problemi, le difficoltà, sentano che stai facendo qualcosa di speciale per loro, creare quella alchimia che la musica può offrire e al tempo stesso essere portatori di impegno. Possiamo dialogare più di ogni politico e personaggio pubblico con centinaia e migliaia di persone. Non possiamo più essere indifferenti, tanta gente ci ascolta e ci segue con fiducia. La musica è rivoluzione, la musica è speranza. La musica mi ha salvato tante volte la vita, come la scrittura. E qui ringrazio tutti quelli che mi seguono e con cui collaboro nel mondo della notte.

N Cagliari in 5 righe
Una città che devi imparare ad amare, a rischio di fuggire e disprezzarla. Io probabilmente, dopo anni di tribolazioni, ci sono riuscito, paradossalmente a furia di allontanarmi e tornare, sbagliare e ricominciare. Ho visto tanti amici e conoscenti che hanno deciso di investire la loro vita qui, altri purtroppo sono ripartiti e capisco bene quanto sia stato complicato. Devo ringraziare Cagliari per tutto quello che mi ha dato, devo ringraziare tante persone, non posso mai e poi mai dimenticarlo.

N Sei molto attivo nel web. Cosa pensi dei social ?
I social sono una grande occasione, ma terminata l’abbuffata iniziale ora bisogna calibrare meglio la propria presenza. Sto attraversando le fase 3.0, quella in cui prendo coscienza che debba essere utilizzato diversamente, passare messaggi positivi, condividere notizie, passioni e contenuti, trasmettere forza e speranza, creare legami, rendere migliori le giornate altrui e non come strumento di continua contestazione, frustrazione e lamento.  Curioso tutti gli strumenti a disposizione, i canali e le metodologie. Comunicare significa sperimentare, studiare e capire. Non esiste una teoria valida sempre e comunque, anzi. Ora è il momento dei contenuti live, un filo conduttore è sempre capire gli strumenti e non dimenticare mai a chi stai parlando. Il discorso è ovviamente lunghissimo.
E’ una grande occasione per le aziende ma è fin troppo ovvio che la scelta migliore sarebbe imparare a usarli professionalmente o affidarli a un professionista. Ci vuole tempo per l’uno e capisco bene che non sempre è economicamente possibile nel secondo caso perché un bravo comunicatore costa e spesso non rientra nelle priorità di un bilancio. Però la comunicazione, unita a un prodotto curato, a una strategia di marketing, a un offline professionale possono far fare davvero tante cose, aprirti a nuovi mercati e clienti. Da sola non fa miracoli, lo ripeto quando trovo clienti che partono dall’assurdo che si possano far miracoli se il prodotto è scadente, se il servizio non vale, se il personale è scortese. Molto spesso quando non credo in un’attività o in qualcosa non ci lavoro, a costo di rinunciare a un introito, so che lo farei male, so che non darei il massimo, non posso avere la stessa passione di quanto gioco in squadra col cliente. E’ la mia filosofia

N la domanda che tutti ti fanno. Perchè non scrivi un libro ?
Il libro è in scrittura ( ndr è uno scoop ? ) , con una fantastica persona che mi ha dato questa opportunità. Di più non posso dire se non che i tempi si allungano sempre, purtroppo il mio lavoro è ugualmente scrivere, scrivere tanto, contenuti, aggiornamenti, pensieri, testi e non sempre ho la ricchezza mentale e il tempo che vorrei per dedicarmi solo al libro.

N Lavorare con la musica è possibile ?
E’ possibile lavorare, eccome. Ma mai illudersi. Non è detto che riesca. Tutto dipende dal talento di base, dalla quotidiana applicazione, dal tempo che investi e dalle scelte che fai. Lavorare con le proprie passioni,sembra un gioco, ma è un sacrificio continuo, un rischio di perdere, un gioco complicato, uno studio perenne. Aggiornarti, provare, avere piani B e C. Bisogna continuamente adattarsi e percepire quello che accade attorno, anticipando i tempi con animo aperto e libero, quasi adolescenziale. Bisogna guardare chi fa meglio di te, aspettarsi il fallimento e gestirlo come naturale e necessario per crescere. Non sempre riesce, specie in Sardegna dove purtroppo abbiamo dei numeri bassi e degli spazi inferiori al mercato del continente, ma quando riesce tocchi il cielo. La musica è uno degli investimenti che voglio fare nei prossimi anni e viaggia di pariamo alla scrittura.

N I 5 brani che ti hanno folgorato
Ascolto tutto, sono un cannibale musicale. Potrei dirtene mille, dalle più banali a quelle più intense. Ti stupisco forse con le 5 attuali:
“If I lose myself” (One Republic – Alesso remix) la passo praticamente sempre in disco, perché penso che la notte mi abbia dato tantissimo, e che abbia visto volti e persone che mi resteranno sempre nel cuore.  “Mediterraneo” (Juan Serrat) perché la mia dimensione umana sta nel sud del mondo, con i suoi profumi, il suo calore e le sue asprezze. “E ti vengo a cercare” (Franco Battiato) perché racconta il nostro desiderio di infinito “Gioia infinita” (Negrita) perché racconta i miei viaggi e la mia filosofia di vita Apapaia (Litfiba) perché appartiene a un periodo bellissimo della mia vita, ricco di speranze e di slanci Magari tra 5 minuti saranno altre ancora.

N Essere professionali
E’ come ti vedono gli altri, più di quanto te lo ripeti e scrivi tu. Credo sia un percorso lunghissimo essere riconosciuto come professionista. Ci passa il curriculum e le cose che hai fatto, dove sei stato, quanto hai seminato e come hai lavorato con le persone. Ma non basta. Tanti competitori tendono a sgambettarti, sminuire e devi resistere, stare umile, spesso affrontando anche periodi di magra. Tutto fa parte del gioco. Essere professionali è anche quello che fai per gli altri. Dubito dei professionisti ingordi e spocchiosi. Bisogna spendere il proprio sapere e talento per gli altri, anche gratuitamente quando ci sono persone che lo meritano e quando capisci che c’è bisogno di te.  Ricevo spesso messaggi e mail di persone che mi fanno vedere articoli o ascoltare pezzi musicali, dal remix alla produzione. Mi fa piacere che vogliano sentire un mio parere. Io cerco di rispondere sempre a tutti e dare un consiglio. Imparo anche da loro, in ogni attimo, e da ogni persona che incontro e con cui lavoro. Non si smette mai.

N La nostra insularità è un problema o una ricchezza?
Potrebbe essere una ricchezza se la classe politica avesse ben chiara l’idea dell’insularità e delle sue possibilità. La verità è che bisogna costruire un humus culturale, lavorare sul sociale, progettualità che tutt’ora manca. La posizione strategica, l’infinità di opportunità del nostro territorio, la specialità e la storia della Sardegna e anche una vocazione all’innovazione in tante esperienze imprenditoriali presupporrebbe un atteggiamento diverso sia di chi ci governa ma anche di chi vive. Bisognerebbe costruire fiducia e capitale sociale. E’ un percorso lunghissimo, tocca a noi metterci a lavorare. Non possiamo più demandare ad altri la rivoluzione, aspettare il salvataggio della politica, la pensione o l’aiuto statale, recriminare, accontentarci. Ok, non è successo mai nulla. Ok siamo stati maltrattati, quindi? Cominciamo noi a portare le cose dove vogliamo che vadano. Il fiume va incanalato. Le energie ci sono. Collaboriamo. Sentiamoci. Usciamo dall’invidia e dall’individualismo. E la rivoluzione passa nei piccoli gesti. Cominciamo con l’essere aperti e disponibili, con la solidarietà sociale. Curiamo il nostro vicinato. La gentilezza, la condivisione, la positività ci porteranno lontano e posso raccontarvi tante esperienze di questo tipo.

Potrebbe essere una ricchezza se la classe politica avesse ben chiara l’idea dell’insularità e delle sue possibilità.

N Un incontro impossibile
Un incontro con mio padre, per chiacchierare e raccontarci tutte le cose che siamo riusciti a dirci, per riabbracciarlo ancora e soprattutto dirgli “ti voglio bene”.

N Un viaggio che vorresti fare a tutti i costi
Qualsiasi posto che sprigioni energia. Mi manca poter visitare il vicino Oriente, terra straordinaria, incrocio di fedi e persone, storie e sofferenze, ma penso anche all’Africa e al Sud America, ugualmente grondante sangue e umanità. Sono innamorato del Sud del mondo, il suo calore, la sua gente, quelle sensazioni che solo quella latitudine può dare. Cerco posti fatti di gente straordinaria, carichi di sensazioni positive. E’ il senso di viaggiare.

N La strada per la felicità
Lunga e complicata, è una conquista. Passa per mille scelte, devi pure conoscere il dolore, e devi aspettarti sempre un lungo cammino, spesso anche solitudine e di rinunce, di incoerenza e cambi di sistema. Felicità è conquistare quello che vuoi e senti, nonostante tutto e tutti, ma anche e soprattutto piccole cose, anche un libro, anche un sorriso la mattina, anche un momento di beatitudine mentre sei in giro, una musica al momento giusto, un messaggio inatteso. Felicità è star bene e per questo devi prenderti cura di te e degli altri, da quello che mangi a quello che leggi, da chi frequenti a cosa pensi. Felicità è quel desiderio assurdo che ti prende e che ti porta a dover comunque creare, produrre, curiosare, metterti in gioco a rischio di passare per folle.

N I tuoi Progetti per il presente
Vivo senza troppi progetti, non me lo posso permettere. Non ho pensione, non ho sicurezze. Ma non mi lamento, così il destino ha voluto. Mi spiace che molti non lo capiscano. Molti credano che sia tutto facile, che non ci sia dietro tanto lavoro e un fondo di paura che ti rende però sempre sorprendentemente dinamico e positivo. O sei così, o sei fottuto. I lamenti e le frustrazioni vanno messe fuori dalla porta. Dipende sempre più da noi. Faccio parte di una generazione incerta e sognatrice, in perenne cambiamento. Cerco di stabilizzarmi sempre con la mia attività di comunicazione in modo da avere quanto mi serve per dormire tranquillo, giusto il necessario per star dentro con le spese e fare le piccole cose che mi rendono felice, i viaggi, ritagliare il tempo per il libro che sto scrivendo, migliorare l’informazione con un portale di notizie positive (già abbiamo sciradì), dedicarmi alla produzione musicale in cui sto muovendo primi passi. Ho diversi progetti editoriali. Non ho desiderio di arricchirmi ma di avere il giusto necessario e poter lasciare una traccia anche quando non ci sarò più.

Vivo senza troppi progetti, non me lo posso permettere. Non ho pensione, non ho sicurezze.

N Esalta brutalmente nootempo.net e manda un messaggio ai Sardi
Mi rivedo in Nootempo.net perché come me prova a non arrendersi, a contaminare positivamente l’ambiente, con la giusta rabbia e arte. Non è facile ragazzi, ma fate cose straordinarie e avrete sempre il mio piccolo supporto. Ai sardi ripeto che abbiamo tutte le possibilità. Ci vuole un grosso lavoro dietro, e quel lavoro significa prendersi carico del proprio destino, lasciar stare il lamento e il pessimismo, e cominciare ognuno a fare qualcosa di importante per sé e per gli altri. Leggere, studiare, viaggiare, creare, scrivere, aprire un’attività, occupare spazi, colorare la realtà, diffondere fiducia.. Ho visto cose e persone straordinarie qui in Sardegna, anche se spesso si tende a raccontare solo quello che va male. Dipende sempre e comunque da noi. Il meglio può ancora arrivare.

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