EXXTRA special interview. La storia di Vaitea, fly girl pioniera della cultura hip hop. A cura di Martino Vesentini

No Rating

Nata in Nuova Zelanda da madre italiana e papà francese di origine polacca, il suo nome è polinesiano e significa “Acqua Chiara”. Rappa in quattro diverse lingue, ha una collezione di dischi immensa e invidiabile, tante storie del passato da raccontare ma anche tante altri progetti per il futuro, sempre con un unico denominatore comune: l’amore per l’Hip Hop. Ci siamo inseguiti per un po’ di mesi, ma alla fine ce l’abbiamo fatta! Signore e Signori, ecco a voi… VAITEA!

 

Sei una Cittadina del Mondo legata da sempre alla Cultura Hip Hop. Ti ritrovi in questa definizione? Quando, Dove e Come sei stata colpita dal Fulmine della Doppia H?

Calza parecchio direi… diciamo che sono una Cittadina del Mondo, Hip Hop Head, mettiamola così. Sono cresciuta parlando varie lingue, con l’amore per la parola, la buona musica, i testi ben scritti e la poesia. A 13 anni una mia cara amica, che all’epoca girava già al Muretto pur essendo così giovane, mi mise le sue cuffiette del walkman facendomi sentire “I Need Love” di LL Cool J. E’ stato come un colpo di fulmine, sentendo questo parlato ritmato sul beat ho capito che era la mia cosa, che volevo fare quello nella vita.

Poi ho iniziato a cercare un po’ di musica dello stesso genere, dai Technotronic di “Pump Up The Jam” fino ad arrivare ai Public Enemy, in più avevo mia nonna che abitava in Francia, per cui quando andavo a trovarla ne approfittavo per comprarmi le cassettine alla FNAC, piano piano ho capito qualcosina in più della parte musicale, ma da li ho scoperto che dietro c’era ben altro, un movimento culturale che ho conosciuto soprattutto grazie ad alcuni Writers che frequentavano la mia stessa scuola. Direi che il mio primo approccio diretto col mondo dell’Hip Hop è stato proprio attraverso il Writing, successivamente ho cominciato a frequentare il negozio WAG, e li ho visto passare un po’ tutta la scena milanese dei tempi, da Chief a Zippo, Ax e JAD, che spesso mi riaccompagnava a casa dopo l’orario di chiusura.

Che ricordi hai di quei tempi?

Ci sono tanti momenti che conservo in memoria, avrei molti aneddoti ma te ne racconto uno in particolare al quale sono legata: un giorno venne da me Agostino (aka Chief) e mi disse che a Torino si sarebbe tenuto il concerto di GURU ( ndr. concerto che fu aperto anche dai sardi Sa Razza ) , per cui mi chiese di andare insieme a tutta la cricca. Io, che non ero ancora maggiorenne, tornai a casa e chiesi subito il permesso a mia madre, dicendole che ero stata invitata da Chief… La sua prima risposta, con un filo di preoccupazione, fu: “Non ha un nome normale questo Chief?”

Ma poi riuscii a vendergliela bene, perché era il tour di JAZZMATAZZ, per cui una commistione di Hip Hop e Jazz, un genere molto amato in famiglia, e alla fine ci andai. Partimmo con tutta la ballotta del Muretto, c’erano Space One, gli Articolo 31, la Gigi Passera e le altre ragazze, riuscimmo a conoscere e parlare con Guru, Premiere e Big Shug, facendoci firmare il poster, e poi rimanemmo in contatto e grazie a loro riuscii ad interagire con alcuni dei veri pionieri della scena negli USA.

Questa passione come si è trasformata nel tempo fino a portarti ad incidere pezzi tuoi?

Sono stata per alcuni anni una rapper da freestyle nelle Jam, mi importava solo confrontarmi nel ‘Qui e Ora’, non immaginavo neanche di poter fare un Album. Poi nel ’96 sono uscita nella prima compilation autoprodotta di rap italiano, “La Casa Degli Animali”, curata da Pacio di Parma, che conteneva tra gli altri Othello, DDP e quelli che poi divennero GleaStilisti, il gruppo di Fausto Lama che ora suona nei Coma Cosa, un bello spaccato della scena underground di quei tempi. Fu il mio esordio e arrivò anche grazie al fatto che ero l’unica ragazza che si vedeva alle Jam a fare freestyle, esclusa Carrie D che però io ho visto e vissuto poco.

Come mai secondo te è stato così difficile per le donne emergere nel mondo del Rap?

Ma guarda, io ricordo la difficoltà nel conquistare il microfono per quella mezzoretta in cui si faceva freestyle dopo i concerti, dovevi proprio sgomitare, quindi non era una cosa da signorine per bene, dovevi in qualche modo tirare fuori la tua energia “maschile”, e probabilmente non era da tutti.

Come proseguì la tua avventura artistica?

Dopo quella prima apparizione sulla Compila, ho fatto tantissimi featuring e collaborazioni, ma non riuscivo a trovare il producer giusto con cui lavorare su un vero e proprio progetto mio. Poi ai tempi per poter fare un album ci volevo lo studio di registrazione, l’etichetta, erano in pochi quelli che avevano la possibilità di uscire. Ho fatto comunque tanta esperienza, per dirti a 19 anni avevo un piccolo programma su Radio Capital con DonJoe e il suo gruppo, CimediRap, con un fonico d’eccezione come Nicola Savino. Poi sempre tramite la Radio ho conosciuto gli Alliance Ethnik, e da li ho iniziato un percorso in Francia, collaborando con loro e con Les Sages Poetes de la Rue, con i quali sono anche stata anche in tour, ho vissuto a Parigi alcuni anni e poi, tornata a Milano, ho lavorato con Skizo all’album “Broken Dreams” in cui sono presente in tre pezzi.

Nel 2008 ho messo insieme tutte le collaborazioni, gli skit, gli interventi che avevo fatto, nel progettoThe MissTape”, un mix dei miei pezzi che avevo realizzato con l’aiuto di Bassi Maestro. Da quel CD autoprodotto, stampato nell’ufficio dell’amica, assemblando con degli adesivi un packaging molto casalingo ma comunque molto carino, sono finita a suonare dappertutto, fino ad arrivare all’Hip Hop Kemp. Quindi, pur non avendo un album vero e proprio all’attivo, sono sempre riuscita a suonare molto in giro, nella vera accezione di artista underground. Nel 2014 finalmente ho pubblicato il mio primo LP “Word Citizen”, uscito per l’etichetta inglese BBE.

Oggi scrivi ancora? Di cos’altro ti occupi?

Assolutamente si, per me è catartico, scrivo sempre per esprimere quello che ho dentro, aldilà del fatto che poi possa uscire per il pubblico. Ho dei pezzi nuovi che usciranno a breve, su produzioni del francese Gyver Hypman, ho fatto anche un altro paio di cose negli ultimi anni che però non sono uscite per varie vicissitudini. Per una decina di anni ho portato avanti il progetto Ladies First, col collettivo Fly Girls Milano, con cui ho voluto riunire le rappresentanti femminili della scena Hip Hop italiana. Si è poi creato negli ultimi sette anni un altro bell’ibrido di artiste sarde che si chiama DeA (Donne e Arte), un Festival con cui portiamo avanti la creatività al femminile. E poi faccio tanti DJ SET coi vinili, in particolare 45 giri, sono da sempre una collezionista.

Tra i tanti vinili che possiedi c’è un pezzo in particolare a cui sei legata?

Ti risponderei “Ogni Scarrafone è bell’a mamma soja”… Difficilissimo scegliere tra le decine di migliaia di dischi che possiedo… Ti cito comunque una chicca: DJ Enzo mi ha regalato una delle due copie esistenti delle strumentali del disco “Il Mondo Che Non C’è” di Chief & Soci. Ogni tanto qualcuno mi scrive su Discogs per chiedermi di venderlo ma non lo mollerò mai!

 Per chiudere… l’Hip Hop ha compiuto 50 anni, ti saresti mai aspettata un’evoluzione del genere?

E’ il grande amore della mia vita, una relazione meravigliosa fin dall’inizio, da quella cassettina di LL Cool J, ho sempre visto il potenziale di tutte le discipline artistiche che lo compongono e che non chiedono altro di migliorarti e di mettere avanti la tua essenza, la tua unicità. Oggi l’Hip Hop lo puoi trovare ovunque, ed è un po’ quello che noi speravamo ai tempi. Poi chiaro, quando un movimento del genere diventa così grande e diffuso, capita che alcune cose si perdano o si sputtanino, è quasi inevitabile. Però rimangono tanti appassionati, putisti innamorati come me, che mantengono viva l’essenza di questa cultura.

 

 

Sostieni la factory sarda nootempo! Diamo voce e spazio ai progetti artistici indipendenti!
Offrici un caffè… e magari anche una ciambella!
Puoi farlo donando quello che ritieni giusto. Il tuo contributo sarà utilizzato
per sostenere le nostre spese (server, promo, adesivi e iniziative).
Puoi farlo facile facile con pay pal o altri metodi a te preferiti

 

 

 

 

Tags