Exxxtra special interview. Prhome l’anima Gfunk arriva alle sette della sera. Intervista a cura di Martino Vesentini

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Era il 1996, ma ancora prima con Vero sardo G, i Sa Razza, diventati poi SR RAZA fecero scuola nello stile Gfunk ; dall’isola questo vento west coast con l’album Wessisla ( prodotto dalla undafunk records di Torino )  ispirò tantissime realtà in tutta la penisola italica. Uno dei protagonisti assoluti della prima ora fu proprio Paolo ak Prhome che ha sempre portato avanti un progetto coerente restando nel mood Chicano. GFUNK quindi come mission e come strada da seguire. Prhome è un artista che proprio con SR Raza  e la Sardegna ha sempre avuto un rapporto di fratellanza ed oggi vediamo in questo suo ultimo EP fresco di stampa un feat. anche con Quilo Sa Razza in un beat morbido che trascina in un viaggio sulla splendida voce di  Françoise.  Martino Vesentini è andato a scoprire, proprio come un investigatore dell’underground piu’ vero, quello che è il pensiero di Prhome, i suoi progetti e la sua storia. Words Up e condividete la roba vera! 

 

 

Partiamo proprio da come ti senti ora che è uscito questo nuovo progetto?

Qualche giorno fa ho pubblicato un post sui miei Social dove spiegavo proprio cosa si prova in momenti come questo, tanto stress ma anche tanta adrenalina, un po’ di agitazione sicuramente ma per me è il momento migliore, vorrei sempre vivere così. Magari ne risentirebbe più mia moglie, però alla fine si trasforma tutto in carica positiva. C’è tanto fermento ed anche se non sono proprio di primo pelo, alla fine non ti ci abitui mai. E’ un po’ come se fosse sempre la prima volta.

Com’è nato questo EP in collaborazione con Françoise?

Con lei ci lavoro già dal 2002, dai tempi del mio primo lavoro coi ContinuoRilasso, “Soltanto Attimi”, fece tutti i cori del disco (dove tra l’altro collaborò anche BASSI MAESTRO!), e da quel momento in poi siamo sempre rimasti in contatto, abbiamo fatto un bel po’ di cose insieme, inciso dei singoli, penso ad esempio al pezzo che ho fatto con SNOOP DOGG nel mio album “El Castigo”, o a “Malo” sul beat di DJ JAD.

Possiamo dire che lavoriamo insieme da una vita. L’idea dell’EP è venuta fuori più o meno a Settembre, quando al telefono con PIOTTA, mio editore oltre che amico, si diceva che sarebbe stato bello non far passare troppo tempo dall’uscita del mio ultimo disco a dicembre del 2022. Avevo già diversi brani in cantiere con lei, per cui le ho proposto di lavorare insieme all’EP.

Poi io sono abituato ad andare in studio con le idee chiare, dando da subito il meglio per risparmiare tempo e di conseguenza denaro. Per cui di cinque tracce, due erano già uscite in primavera, il pezzo con QUILO ( Sa Razza e Maloscantores crew )  “Walking in My Neighborhood” e “Voglio Credere Sia Vero” con LIL MIKE, altre due erano praticamente già registrate e poi è nata la titletrack, “Alle Sette Della Sera”, che abbiamo scritto e registrato al volo in tempi molto rapidi, mix e master, copertina e ufficio stampa e via, tutto pronto!

Sei molto produttivo a quanto pare!

Si, io scrivo molto, ho tanto materiale che a volte lascio un po’ da parte, quasi a maturare, poi appena ho la possibilità e sento che ci sono le Vibes buone, vado in studio e registro, e questa cosa mi ha sempre aiutato molto.

Che obiettivi avete con questo nuovo lavoro?

Innanzitutto spero che abbia un bell’impatto sulla gente, sia su chi già mi segue da tempo ma anche su chi inizierà ad ascoltarmi ora. Questo è un progetto classico Hip Hop con sonorità West, perché è il suono che mi contraddistingue da sempre, ma unito al Soul, e credo che di cose così non ne escano tutti i giorni.

Mi piacerebbe sentire commenti tipo “Cazzo! Ma allora sta roba esiste ancora!” o meglio ancora “Che tiro che ha!”, perché è diversa dalla maggior parte delle cose che si sentono oggi. Poi vorrei riportare un po’ questo mood Soul nell’Hip Hop e riuscire a proporlo dal vivo il più possibile, la dimensione Live mi piace davvero tanto.

Spieghiamo un po’ questa tua passione per la West Coast? In passato si sentiva molto questa divisione tra East e West, a volte con dei pre-concetti assurdi, per cui sembrava che solo a New York si facesse il vero Hip Hop?

Io me ne sono sempre fregato dei discorsi su chi fosse più Real, a me hanno sempre colpito le sonorità, non certo i testi. Poi sai oggi si parla molto di spirito di emulazione, ma non è che se ascolto un pezzo di gangsta-rap mi viene voglia di andare in giro con la pistola. Lo trovo molto ipocrita come discorso.

Io cerco di non dire certe cose per cui non mi pongo nemmeno il problema, cerco di dare un messaggio tramite quello che canto, che la gente se vuole può provare ad assimilare, la mia aspirazione massima è questa, far capire agli altri chi sono. Purtroppo in Italia questo tipo di suono non è mai andato molto, è sempre stato ‘Out of the Trend’, forse perché è più difficile farlo, richiede un’attitudine ed una coerenza non comuni.

Tanti dicono che è una figata, ti citano DR. DRE o ICE CUBE, ma poi cos’è successo? Io ho avuto la fortuna di lavorare molto all’estero, ho conosciuto diverse realtà a San Diego, L.A., Compton, ecc. così ho sempre cercato di ispirarmi a quel suono, mettendoci il mio stile, la mia credibilità.

Quali sono gli artisti o i dischi fondamentali per la tua crescita musicale?

Ti dico la verità, parto da un paio di dischi italiani che secondo me sono decisamente sopra la media: “Neffa e i Messaggeri della Dopa” e “107 Elementi”. Il primo aveva molto Funk, era molto suonato e con vibes di più ampio respiro, NEFFA aveva una scrittura che mi piaceva tantissimo. Nel secondo poi c’è AL CASTELLANA che andava a fondere la parte Soul con l’Hip Hop, e per me è sempre stata una grande ispirazione, poesia pura. Guardando all’estero invece, ti cito i dischi dei DELINQUENT HABITS, prima di ogni altro. Hip Hop Latino 100%.

Poi ci sono tutta una serie di artisti come CONTROL MACHETE o KINTO SOL, più grezzi, con questa mescolanza tra spagnolo e inglese che io vedevo come un modo per raggiungere più persone, per farsi comprendere da più etnie. Infine, sicuramente non posso non citare i CYPRESS HILL, SNOOP, DRE e 2PAC per la parte più Mainstream della faccenda.

A proposito di SNOOP, sono molto curioso, come hai fatto a collaborare con lui?

Quando ho fatto il mio disco “El Castigo” nel 2007, lavoravo con un’etichetta piuttosto grossa di San Diego, la Merceneri Records, all’epoca il mio manager era molto in contatto con quello di SNOOP, io feci questo RMX del pezzo “La Westoria” ed ottenni la licenza per farlo uscire in Europa  ufficialmente, per cui collaborammo, anche se  a distanza, e per me questo ha tutti i crismi di una consacrazione.

Aldilà di questa combo, ho lavorato anche con THE GAME ed ho partecipato a dei Tour in Europa con MR. CRIMINAL, poi con SPANKY LOCO in Spagna, insomma credo non sia da tutti poter vantare certe collaborazioni, sottolineo senza pagare nulla, anche perché non avrei mai accettato di farlo.

Cos’è per te l’Hip Hop e com’è cambiata negli anni la tua percezione?

Guarda nel corso degli anni la mia percezione nei confronti dell’Hip Hop non è cambiata, è rimasta la stessa ma si è potenziata, perché credo ci sia sempre più bisogno di valori come il rispetto, che è uno dei capisaldi di questa cultura. Ci sono qualità che ritengo universali, l’Hip Hop ha avuto il pregio ed il coraggio di portarle avanti, cosa che altri Movimenti non hanno fatto. Io credo molto nell’esempio che si può dare ai giovani, nel mio piccolo lavoro con tanti ragazzi ed ho fondato un progetto che si chiama “Sono Solo Rime” dove faccio suonare artisti emergenti, ed includo tutti, chi fa rap, drill o trap, perché voglio dar loro la possibilità di esprimersi e raccontarsi attraverso le loro canzoni. Con la mentalità da babbione invece li perderesti tutti senza poter trasmettere la tua esperienza, e sarebbe davvero un peccato.

 

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