Intervista analogica. Tommy Rossi la passione e la forza della radio libera che non molla mai

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4Tommy Rossi è uno speaker professionista di base ad Olbia, che con il suo lavoro, e con la sua voce potente, ha trasmesso in radio per oltre 40 anni. La passione per la musica e per la terra sarda è una testimonianza di quanto molta gente d’oltre mare sia più sarda degli stessi isolani.  La sua esperienza è importante proprio perché le radio libere ( quelle davvero libere )  fin dalla loro nascita hanno tracciato un solco nella cultura musicale italiana e isolana. Tommy sicuramente è uno che non molla mai ed oggi ci racconta un poco del suo percorso ricco di storie che ci trasportano fino ad oggi nell’affascinante mondo delle radio. Meglio quindi lasciare il microfono a lui e iniziare la registrazione della nostra intervista rigorosamente analogica! 

 

Puoi condividere con noi il tuo percorso professionale nel mondo delle radio?

ok mettetevi comodi! scherzo, certo raccontare 40 anni davanti ad un microfono in poche righe viene difficile ma ci provo. Tutto ha inizio nel 1976 a 14 anni parlo per la prima volta in radio, a Radio Zenit Milano. Poi due radio di quartiere Radio Porta Genova e Radio Città di Corsico prima di approdare fine anni ’70 a Radio Caroline a Bollate. Nel 1984 lascio per passare a fare animazione nei villaggi ma dura poco perchè nel 1986 arrivo in Sardegna come animatore ma ci rimango come responsabile di Radio Internazionale Costa Smeralda ad Olbia. Nel 1990 per un anno approdo a Mondoradio Network con Roberto Griscenko a Sassari,  poi richiamato dal Sig. Gianni Iervolino dirigo di Nuovo Radio Internazionale diventata emittente regionale fino al 1994. Passo a Radio Stereo 4 fino al 2000 dove 10 anni dopo ritorno a Mondoradio per un’altro anno. Pausa di qualche anno per dedicarmi alla famiglia e dal 2009 al 2013 torno a Radio Internazionale. Una breve collaborazione con Radio Olbia Web e poi fino al 2021 Radio Supersound di Guspini. Poi è arrivata una brutta malattia con cui lottare e la radio è passata in secondo luogo.

Nel corso dei tuoi decenni di lavoro nelle radio, ci sono esperienze o momenti che ritieni siano stati particolarmente importanti o formativi per la tua carriera?

Sicuramente l’anno trascorso a Sassari con Mondoradio Network, una radio che stava spiccando il volo con al suo timone un valido e appassionato editore. Strumentazione all’avanguardia con regie digitali e programmatore musicale e un gran numero di validi collaboratori.

C’è stato un momento o un evento che ha scatenato questa passione per la Radio?

Parte tutto da quattro amici che si ritrovano fuori dall’oratorio a 14 anni a  chiedersi cosa fare. Era l’inizio delle radio LIBERE e noi ci siamo chiesti: facciamo una radio? Grazie ad uno di loro abbiamo fatto una radio, all’ora ci voleva un po di fortuna e le persone giuste e noi le abbiamo trovate entrambe.

Chi sono gli artisti che ti hanno ispirato nel corso della tua carriera radiofonica e come hanno influenzato il tuo approccio alla musica?

Mia sorella maggiore ascoltava e aveva i dischi di Baglioni, De Gregori, Finardi e io sono cresciuto con la musica Italiana che ho sempre preferito, fino al lavoro in discoteca e allora la musica dance degli anni ’80 prese il sopravvento

Sappiamo che sei stato sempre attivo anche nella conduzione di eventi, pensi che oggi bisognerebbe ripensare gli eventi coinvolgendo sempre di più artisti/e sardi? 

Con me sfondate un portone. Da Milanese ho apprezzato la musica degli artisti Sardi in un crescendo vertiginoso tanto che ho fatto per alcuni anni un progetto, Musica&Video Centopercento Sardegna legato esclusivamente alla musica prodotta in Sardegna. Ancora oggi sono il coordinatore del Premio Discografico Mario Cervo dedicato alle produzioni made in Sardegna.

Qual è la tua opinione sul panorama musicale odierno? Ci sono tendenze musicali che apprezzi particolarmente?

Devo dire che non apprezzo determinati generi musicali perché non mi coinvolgono. Ho sempre amato la melodia, l’emozione provata al primo ascolto di una canzone, e devo dire che negli anni molte canzoni che al primo ascolto mi sono piaciute sono poi diventati grandi successi. Oggi si fanno canzoni cantate da chi fa Talent Musicali che hanno poi ascolti da paura, ma sono poi molto simili tra loro.

In un’era fluida in cui la musica è spesso consumata in modo veloce, come possiamo ritornare a essere più consapevoli e attenti nella fruizione della musica?

Oggi rispetto a ieri, hai tutte le possibilità di ascoltare la musica che preferisci. Un tempo ascoltavi la radio o compravi i dischi, oggi hai un unico abbonamento e ascolti quasi tutto quello che vuoi ma soprattutto puoi farlo come e quando vuoi e dove vuoi, certo serve una connessione dati ma chi non ce l’ha oggi!

Cosa rappresenta la Sardegna per te? In che modo la tua connessione con l’isola influisce sul tuo lavoro e sulla tua visione della musica?

La Sardegna è la mia vita. Sono arrivato qui da ragazzo e non me ne sono più andato. Conosco gran parte di chi fa musica nell’isola grazie al mio trascorso radiofonico e alla collaborazione con l’Archivio Mario Cervo e se vi posso dire una cosa, mi fa molto piacere che in tanti quando devono pubblicare una nuova canzone me la fanno ascoltare in uscita e mi chiedono un parere… da radiofonico ovviamente.

Puoi parlarci dei tuoi progetti futuri o delle direzioni che vorresti esplorare?

Ho lasciato la radio perché eravamo in piena pandemia e non mi dava più quelle emozioni che provavo prima nel trasmettere, poi ho scoperto di avere un Tumore con cui condividere le mie giornate e a cui pensare. I progetti sono condizionati da cicli di chemio terapia e interventi vari, ma questo non mi impedisce di lavorare come speaker in ambienti motoristici, Rally, Rally Cross, Kart e altri, di fare le mie serate con il gioco multimediale Il Cervellone, di presentare quando mi viene chiesto un evento musicale. Se mi chiedete se mi manca la radio? Certo che mi manca, è stata compagna di vita per tanti anni, chissà, magari un giorno tornerò a dare un saluto attraverso un microfono in radio. 

 

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