EXXXTRA SPECIAL INTERVIEWS. cultura, stile e spiritualità.MC SHARK pioniere dell’ hip hop italiano. A CURA DI MARTINO VESENTINI

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L’Hip Hop quest’anno festeggia il Cinquantesimo compleanno, aka Mezzo Secolo di Storia. Da quel sabato 11 Agosto del 1973 un nuovo Movimento Culturale ha invaso il Pianeta, arrivando in ogni angolo del Mondo, anche il più remoto. In Italia c’è un uomo che ha vissuto ben 40 di questi 50 anni, vivendo gli albori dell’Hip Hop nel nostro Paese, arrivando fino ad oggi, continuando a rappresentare questa Luce che non smette di brillare. E’ un vero onore per NOO TEMPO poter ospitare in questo spazio Pierangelo Patuano, meglio conosciuto come MC SHARK.

Quello che a mio avviso si può fare oggi è cercare di riportare quello che è, ed è stato il concetto Originario dell’Hip Hop, che io riassumerei in tre parole: Cultura, Stile e Spiritualità.

La prima domanda è quasi d’obbligo… com’è arrivato l’Hip Hop nella tua vita?

Avevo 17 anni, era il 1983, casualmente vidi in televisione il video di Lionel Richie “All Night Long”, in un frame di pochissimi secondi c’era un ballerino che ballava Break Dance, ne rimasi letteralmente folgorato…Non so spiegarmi il motivo, ma da quel momento iniziai a cercare persone e informazioni, calcola che a quei tempi non esisteva né internet né niente… ma casualmente capitai a Galleria Colonna, Roma, e incontrai altra gente che aveva la mia stessa passione. Tra loro, solo per citare due nomi, c’erano Ice One e Crash Kid…Il resto è Storia!

In quarant’anni immagino tu abbia assistito a cambi davvero epocali, a partire dal numero di persone coinvolte in questa cultura, per questo vorrei provare a farti raccontare questi quattro decenni attraverso le immagini e i ricordi che conservi nella tua memoria. Ci proviamo?

Proviamoci dai!

Anni 80… la prima immagine che ti viene in mente? Un ricordo particolare che ti va di raccontarci? Una canzone che in qualche modo rappresenti quel decennio?

La primissima immagine che mi viene in mente è un viaggio che abbiamo fatto con la Crew che frequentavo all’epoca, i Fresh Kids. Credo fosse l’anno 1986, eravamo diretti a Montecatini (PT) per i Campionati Mondiali di Break Dance dove avremo sfidato tante altre Crew. Fu il delirio più totale, li conobbi e creai legami con un sacco di gente con cui successivamente si organizzarono svariati Zulu Party in giro per l’Italia.

Un ricordo particolare fu il primo incontro con Afrika Bambaataa, io ero già stato a New York nell’agosto del 1987, poi l’anno successivo venne a suonare a Roma e aprimmo il concerto con il mio gruppo Rap di allora, I Raptional Scream (io, Ice One e Kid Panama). Lo seguimmo negli altri live di quel Tour e ad Agosto del 1988 tornai a New York, come suo Ospite nel Bronx. In quei giorni conobbi davvero un sacco di gente, frequentai la Rock Steady Crew, la Soulsonic Force, T La Roc, Keith Haring, Run DMC, vidi tantissimi concerti e Battle, riportando poi quel fantastico bagaglio di esperienze a Roma. Di canzoni che rappresentino quel periodo ce ne sono davvero tante, ma dovendo sceglierne una sola allora ti dico “King of Rock” dei Run-DMC.

Anni 90… è considerata da tutti la Golden Age per l’Italia, con una produzione discografica che ha cominciato a sfornare dischi, qualche successo commerciale e l’attenzione dei media. Come hai vissuto quei momenti? Anche per questo periodo ti chiedo un’immagine significativa, un ricordo e una canzone per te particolarmente importanti!

Sono stati per me il vero punto di svolta, innanzitutto mi trasferii per lavoro da Roma a Torino. Entrai a far parte dello storico gruppo dei Devastatin Posse, con 2Roc Grassopher e DJ Basic Bass. Con loro arrivò la firma sul primo contratto discografico con la Century Vox di Bologna, insieme ad altri artisti come Isola posse All Stars, Sud Sound System, i Sa Razza, I Cammelli e OTR. Di li a poco uscì il nostro primo disco, “Telecommando”.  L’immagine più significativa è stata senza dubbio il Tour organizzato dell’etichetta e durato più di un mese, con decine e decine di concerti in giro per tutta Italia. Un ricordo importante per me,  superata la metà degli anni Novanta, fu il trasferimento in Sicilia, a Catania per la precisione, e la formazione dei Terradunione, con Zu Luciano e DJ Inesha, con la possibilità di portare l’Hip Hop in una zona dove ancora era agli albori. Canzone del decennio? Wu Tan Clan con “C.R.E.A.M.”.

Anni 00… esaurita la prima ondata, per molti sono considerati un periodo buio… tu eri comunque dentro la faccenda già da vent’anni, cosa ti ha spinto allora ad andare avanti lungo questo percorso? Immagine, ricordo e canzone di quel decennio?

Sinceramente non mi sono fatto tante elucubrazioni mentali, ero e restavo un B-Boy, un M.C., per cui semplicemente ho continuato a suonare e partecipare alle Jam. Poco importava se era calato tutto, io facevo e producevo, tutto qui. In quel decennio ho iniziato a collaborare con il gruppo Homniz and Money che hanno organizzato per quasi una decina di anni un evento che è stato punto di riferimento nazionale per l’Hip Hop: il festival “Da Bomb”. Per svariati anni ho presentato la rassegna ed ho fatto parte della giuria della sezione Underground Skill, una gara di Rap dove sono passati praticamente tutti i rapper della penisola, compresi molti dell’odierno Mainstream, che all’epoca erano alle prime armi. Per me, inoltre, quel decennio è stato molto prolifico di concerti e viaggi insieme al progetto dei MaMacalura, che si è poi trasformato in Terradunione: una band di strumentisti Ragga dove io ero la voce solista Rap, con cui abbiamo prodotto diversi dischi e suonato tantissimo live. Canzone: Busta Rhymes “Turn It Up”.

Anni 10… rappresentano il decennio in cui, almeno musicalmente, si è arrivati ad un successo impensabile in Italia. Al di la delle classifiche, le views o lo streaming, secondo te come si è evoluto l’Hip Hop, inteso come cultura, in questo periodo? Cosa lega l’origine del Movimento alla situazione attuale?

Penso che l’evoluzione della Cultura Hip Hop dipenda sempre dai singoli, che portano le loro idee, la fotta, l’innovazione e la voglia di fare, dapprima nelle Crew di appartenenza e successivamente trasferendole al Movimento. Molti dei componenti dell’Underground, in quel periodo, sono approdati alle Major firmando contratti che da un lato hanno permesso loro di farsi conoscere al grande pubblico, ma secondo me li hanno poi relegati in dinamiche dove la libertà di espressione artistica era limitata a discapito del commerciale e delle vendite. La domanda che mi faccio è: stiamo parlando di Rap, di movimento Hip Hop o di Pop? Quel che lega l’origine del movimento alla situazione attuale, sono le decine di Jam che si sono continuate a svolgere in tutto lo stivale, in quelle situazioni si è sempre potuto trovare il vero spirito del Movimento, che era, è e rimane Peace, Unity and Having  Fun, come ci hanno insegnato i Pionieri… E perché no, anche un po’ di sano e buon Wild Style!

Anni 20… siamo all’inizio di un nuovo decennio, il Rap oramai è sbarcato persino a Sanremo, milioni di ragazzini si sentono rappresentati dagli artisti più in voga, anche se si sente sempre meno parlare dei veri valori di questa Cultura. Cosa può fare oggi un Pioniere come te per fare in modo che il patrimonio storico dell’Hip Hop venga tramandato ai posteri?

Quello che a mio avviso si può fare oggi è cercare di riportare quello che è, ed è stato il concetto Originario dell’Hip Hop, che io riassumerei in tre parole: Cultura, Stile e Spiritualità. Questi tre elementi sono la base fondante del nostro Movimento. Inoltre credo sia necessario cercare di rappresentare in modo incisivo, negli Show e alle Jam, il fatto che le 4 Discipline di cui è composto il Hip Hop, non siano indipendenti e slegate tra loro. Il Rap, i Graffiti, il Djing e la Break Dance fanno parte di un tutt’uno, e non possono esistere singolarmente. Da anni si è instillato invece il concetto che possano vivere in modo separato, ma questo non è assolutamente possibile, per questo entra in gioco forse l’elemento più importante dell’Hip Hop, la Knowledge.Trasmettere alle nuove generazioni questo Sapere, è il bene primario e fondamentale di questa Cultura.

Festeggerai in qualche modo particolare questo Anniversario così importante per l’Hip Hop e per te stesso?

Non ho ancora organizzato nulla di particolare, ma ho in programma svariate Jam durante quest’anno, come sempre d’altronde, inoltre sarò uno dei Giudici all’Hip Hop Cine Fest, la cui Terza Edizione si svolgerà il 13-14 Maggio. Sarà in queste situazioni che di sicuro non mancheranno i festeggiamenti!

 

 

 

 

 

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