EXXXTRA SPECIAL INTERVIEWS. La musica di Scate e Ladila . Il Futuro multicolore è Donna. a cura di Martino Vesentini

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art work di Cristina Donati Meyer

Mai come in questi ultimi anni, si parla della parità di genere come di un obiettivo fondamentale a livello mondiale. L’impegno delle istituzioni da un lato dovrebbe farci tirare un sospiro di sollievo, perché significa che c’è attenzione, attenzione vera, su un reale problema di disparità tra uomo e donna, ma se guardiamo la cosa da un altro punto di vista, è davvero assurdo che ancora oggi esista un divario così importante e assolutamente ingiustificabile.

E’ da poco passata una data importante come l’8 di Marzo, e proprio quel giorno, parlando del significato di questa giornata, sono rimasto colpito dal commento di una donna, un chirurgo ortopedico di grande valore, che ha ribadito con fermezza che “la vera Festa della Donna ci sarà quando non esisterà più la giornata della Festa della Donna”. Mi sono subito reso conto che aveva completamente ragione.

Lo stesso giorno, mi sono imbattuto in un pezzo rap molto interessante, si intitola “Il Futuro è Donna”, è prodotto da Promo l’Inverso e cantato da Scate e Ladila, con cui ho avuto la fortuna di poter discutere di un argomento così importante.

Avete pubblicato il pezzo “Il Futuro è Donna” l’8 Marzo. Che significato ha per voi questa data? 

Scate: Premetto che per me questa festività non avrebbe ragione di esistere, come pure il femminismo. Se tutti gli esseri umani fossero trattati alla pari non ci sarebbero differenze e quindi discriminazioni. Se…  Purtroppo ogni anno che passa l’8 marzo, come anche il 25 novembre, acquisiscono per me sempre più importanza simbolica. Noi donne che viviamo nei paesi “sviluppati” siamo più privilegiate, ma le notizie che ci giungono ancora nel 2023 da Afghanistan, Iran e non solo, come anche i dati su stupri e violenze, indicano che stiamo tornando indietro e che i diritti innati, negati alle donne per comodo, e che grazie alle lotte delle femministe ci erano stati non troppo gentilmente concessi, vengono pian piano di nuovo intaccati. Non possiamo mai abbassare la guardia.

Ladila: Già il fatto che sia stata dedicata una giornata per ricordare le conquiste sociali e politiche fatte dalle donne fa capire quanta disparità ci sia. Quindi per me è un giorno come un altro.

Com’è nata la vostra collaborazione?

Scate: Avevo in mente di collaborare con Ladila, conosciuta sui Social come giudice di alcuni contest di brani rap già da tempo. Mi piacevano i suoi brani e sentivo anche una certa affinità. Volendo fare un pezzo sulle donne coinvolgente ed effettivo ho quindi subito pensato a lei. Il mio istinto non ha sbagliato! Non ci siamo ancora viste in carne ed ossa ma la considero già un’amica.

Ladila: Ci eravamo dette in passato di fare qualcosa insieme ma tra impegni vari di entrambe abbiamo messo un po’ da parte l’idea. Un giorno Scate mi ha inviato beat e argomento e da lì è nato tutto e devo dire che sono davvero contenta di aver collaborato con lei, anche perché ci siamo conosciute meglio e speriamo un giorno di poterci incontrare anche di persona.

Qual è il messaggio che volete portare con questa canzone? 

Scate: Ultimamente le femministe vengono considerate alla stregua di nemici pubblici numero uno. Questo mi infastidisce molto, ancor più essendo la maggior parte delle donne per inclinazione naturale femministe intersezionali, me compresa. Il ritornello ha un significato ben preciso ovvero che siamo costrette dalla società allo slogan/mantra “Il futuro è rosa” e sempre “a dimostrare di valere qualcosa”. Questo ci mette sotto pressione e in una posizione scomoda; poi se perdiamo la pazienza, in un attimo passiamo per isteriche e dalla parte del torto. Il futuro dovrebbe essere multicolore e di tutti, nella generale convivenza pacifica: un sogno che pare tuttavia ancora irrealizzabile. Ma come donna, e madre di una futura donna, io voglio almeno con il mio rap, e con piccoli gesti nel quotidiano, battermi per un mondo in cui essere donna non sia una tara, un peso, un pericolo.

Ladila: Per quanto mi riguarda questa canzone non è una protesta perché il fatto di continuare a parlarne fa si che la disparità venga accentuata, è solo lo sfogo di una donna incazzata  per via di una società che ha ancora bisogno di imporre diversità di genere e etichette.

La grafica che accompagna il vostro singolo è di Cristina Donati Meyer, vi va di spiegarci chi è e come siete entrate in contatto? 

Scate: Ho conosciuto le opere di Cristina Donati Meyer passeggiando ai Navigli nel 2019. Erano affisse ai muri e parlavano di ingiustizie e di femminismo. Insomma, non avevo di fronte una semplice artista, ma come si definiva anche lei stessa: un’ARTIVISTA. Lei stava facendo con l’arte esattamente quello che io volevo fare con il rap, che nasce come genere musicale di riscatto per i neri d’America o in generale per protestare contro i soprusi e le prevaricazioni.

Nel 2021 l’ho quindi contattata chiedendole se poteva condividere con me le sue opere riguardanti le donne per la copertina e il video della mia canzone “Donna nel tempo – #25novembre” e lei ha subito accettato, senza neanche conoscermi. Era subito scattata un’intesa. Ci siamo incontrate in seguito e visto che le canzoni per la parità di genere continuano a servire, le ho richiesto anche per “Il futuro è donna” se potevo usare come copertina la sua opera omonima che aveva affisso lo scorso 8 marzo 2022. Il mio pezzo porta lo stesso nome perché è nato proprio osservando e riflettendo su questi due visi di donne sullo sfondo che alzano un pugno in segno di lotta per i propri diritti. Con il mio testo voglio rimarcare che le nostre intenzioni non sono affatto bellicose, ma di difesa, fino a quando la mentalità non cambierà restituendo a tutti gli esseri umani la stessa identica dignità. Ancora una volta Cristina mi ha detto sì e penso che continueremo a intrecciare “ARTIVISMO” e “RAPTIVISMO” anche in futuro. Sono davvero molto fiera di questa unione su più fronti artistici contro i pregiudizi.

Ladila: L’artista in questione l’ho conosciuta grazie a Scate, sono rimasta colpita dai suoi lavori e devo dire che la grafica esprime a pieno il concetto e il messaggio del brano.

Se vi chiedessi il nome di due donne, una del passato e una del presente, che rappresentano un esempio per voi, cosa mi rispondereste?  

Scate: “Per quanto riguarda le donne del passato mi sentirei di citare Simone de Beauvoir che nel 1949 ha spiegato esattamente come stanno le cose fra uomini e donne nel suo libro rivoluzionario “Il Secondo Sesso”. Si riassume tutto in questa semplice frase: “Donne non si nasce, ma si diventa”. Autocitando una mia canzone io concludo aggiungendo: “Niente di più cinico e di falso”. Anche lei all’inizio non voleva dichiararsi femminista, ma poi ha ceduto perché il femminismo è (ahimè) necessario. Mi riconosco molto in questo. Sarebbe doveroso citare anche Frida Khalo, Tina Modotti, Alda Merini, Margherita Hack: la lista in effetti sarebbe lunghissima.   Per gli esempi odierni mi trovo in maggiore difficoltà, e per questo porto i nomi di donne che come me cercano di favorire l’empowerment femminile con l’arte e in particolare con la musica: penso ad artiste come Beyonce, Rihanna che canta incinta al Super Bowl, Little Simz, ma anche Cristina Donati Meyer, di cui cerco le nuove opere ogni volta che vado a Milano. Le prime due cantanti hanno anche raggiunto una grandissima influenza economica e sono esempi lontani dal quotidiano, ma guardare in alto ci fa sperare e spingere un po’ di più il pedale. Quello che non dovremmo mai fare è ridurre la nostra vita a una continua competizione con il sesso maschile, anche se ci viene richiesto con insistenza per legittimare i nostri diritti innati.

Ladila: Sicuramente non prenderei come esempio una donna in particolare ma tutte, tutte quelle che sia in passato che nel presente affrontano la vita a testa alta nonostante tutto. Come ad esempio quelle donne che hanno figli, lavorano e sono da sole.

Aldilà della fede politica, quanto può essere importante oggi una Donna a capo del Governo in Italia? 

Scate: “Beh, per me è prima di tutto importante che chi è a capo del governo sia una persona che mi rappresenti, che ci tenga al popolo tutto e senza distinzioni, che abbia una mentalità aperta e al passo coi tempi, e che esporti anche un’immagine positiva del nostro Paese all’estero. Non importa se donna o uomo o di un altro gender. Se fosse donna, beh, essendo donna anch’io, mi darebbe una certa punta di orgoglio. Ma proprio perché come Premier adesso abbiamo la prima donna nella storia della Repubblica Italiana, avrei preferito un altro modello meno estremista e controverso. Ciò rischia di macchiare questa nostra importante prima conquista.”

Ladila: Può essere importante come no, in realtà se svolge bene il proprio dovere, che sia uomo oppure donna, non conta.

 

 

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