exxxtra special interview. Le guerriere della Notte straight from Salerno, le Zetas si raccontano. A cura di Martino Vesentini

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Anna e Miriam sono le Zetas, un duo di Salerno ( finalmente un po’ di sano female rap ndr ) che poche settimane fa ha sfornato l’Album d’esordio “Didattica”, un lavoro atipico per il periodo, visto che punta dritto alle radici della cultura Hip Hop e alle sonorità classiche del Rap. Proprio nel titolo, “Didattica” è racchiuso il senso del loro spirito: “Il Rap è una scuola e noi Zetas ci siamo entrate a muso duro, la chiave è l’allenamento costante, portando avanti i propri ideali e la propria identità”. E ci raccontano un po’ del loro mondo in questa bella chiacchierata.

 


 

Come nasce la vostra passione per la Musica?

M: Ci siamo avvicinate alla Musica già da piccoline, in famiglia io avevo mio padre che è musicista per hobby, così come mia madre che cantava, sono quindi cresciuta in un contesto di strumenti e dischi. Poi da adolescenti ci siamo legate in maniera particolare all’Hip Hop, attraverso Eventi, Jam e Battle, fino ad arrivare a rappare.

Quando avete deciso di unire le forze?

A: Dopo aver fatto un percorso individuale, ci siamo incontrate nel 2019 al TheSquare, uno spazio fisico a Salerno, gestito dall’Associazione Fili d’Erba, in cui si tengono vari corsi per ragazzi, di Break Dance, Rap, ecc.

M: Dopo un po’ di tempo, condividendo gli allenamenti con il maestro del corso, Tonico70, abbiamo capito che ci trovavamo molto bene insieme e così abbiamo dato vita al nostro progetto artistico.

Tonico70 è anche il vostro produttore musicale, ed ha dato un marchio sonoro molto forte nel vostro disco, che potremo definire, se vogliamo, “Old School”.

M: In effetti in questo progetto ci siamo volute distaccare dal suono che va di moda oggi, abbiamo lavorato insieme, tutti e tre uniti come una vera squadra. Tonico ha qualche hanno più di noi, è un appassionato di musica che ne sa sicuramente più di noi, per cui spesso ci ha influenzate col suo gusto, come nel caso di “Bomberz”, in cui lui ci ha trasmesso la passione per il film “I Guerrieri della Notte”, è venuto quasi naturale campionarne la Colonna Sonora e provare a fare la nostra versione.

A: Abbiamo impiegato circa due anni per completare il progetto, scrivendo a volte su basi che aveva già prodotto Tonico70, ma abbiamo anche lavorato molto insieme nella scelta dei campionamenti, ascoltando molti vinili di musica, passami il termine, ‘vecchia’, del passato. Ci sono tracce che sono uscite in dieci minuti, scrivendo insieme, perché sentivamo che in quel momento c’era un flusso, che poi se vogliamo è l’essenza del Rap. Altri pezzi ci hanno preso un po’ più di tempo, scrivendoli anche individualmente per poi unire il tutto.

M: C’è un confronto continuo tra di noi, anche quando fisicamente non siamo vicine.

Le vostre canzoni sono in dialetto salernitano, è stata una scelta di scrittura naturale?

A: Siamo nate e cresciute a Sud, a Salerno, ascoltiamo e parliamo dialetto ogni giorno, per cui è stato molto naturale esprimerci in questa maniera. Poi credo che, più dell’italiano, le parole che usiamo abbiano una musicalità diversa, più bella, a volte le mischiamo anche con l’inglese, e il risultato ci piace.

M: Aggiungo solo che il dialetto è una lingua molto forte e versatile, foneticamente diversa dall’italiano, che secondo noi è molto più limitante a livello di rime e di suoni. E’ il modo in cui comunichiamo tra di noi quotidianamente, per cui non abbiamo fatto altro che portare la nostra realtà anche nel disco. Se vogliamo è un po’ il nostro marchio di fabbrica.

Può rappresentare un limite nella comprensione della vostra musica?

M: Noi non abbiamo questo pensiero, perché comunque la nostra musica si evolverà e non è detto che non scriveremo in italiano in futuro. Nel nostro album abbiamo cercato di portare il nostro concetto di didattica, di allenamento, pensiamo che scrivere in italiano o in dialetto siano due cose diverse, di conseguenza stiamo cercando di affinare il nostro stile per cercare di arrivare a più persone possibili.

A: Il Rap è un genere che fortunatamente viaggia molto, anche altri artisti del Sud, pur comunicando in dialetto, sono riusciti ad arrivare in tutta Italia. Il nostro dialetto è comunque molto diffuso, sia nel Belpaese che nel Mondo, per cui crediamo ci sarà sempre qualcuno che riuscirà a comprendere la nostra Musica.

Quali sono i vostri ascolti e le vostre ispirazioni?

Nell’album si trovano dei campionamenti di artisti come Mia Martini, per esempio, ma abbiamo ascoltato tantissima musica di tanti generi diversi, dal Funky al Blues, abbracciando il Reggae, musica Elettronica, oltre a tanto Rap ovviamente. Sempre cercando una nostra Originalità e un nostro Stile.

Avete contatti con altri artisti della vostra zona?

A: Abbiamo tantissimi amici/colleghi, non solo nei dintorni di Salerno ma anche fuori, a Napoli, Roma, come nel resto d’Italia, anche perché per fortuna, per quanto riguarda l’Hip Hop, abbiamo una squadra di Break Dance a Salerno che è molto forte a livello internazionale.

Dopo l’uscita dell’album cosa vi aspetta?

M: Sicuramente un po’ di promozione, per quanto riguarda i live, abbiamo suonato a Roma il 7 ottobre al CSOA ExSnia, poi abbiamo molte date in ballo da confermare, per cui ci aspettiamo di suonare il più possibile. Saremo noi due al microfono e Tonico70 DJ dietro i piatti, per cui classica formazione Vecchia Scuola.

Prima dei saluti un ultima domanda: perché Zetas?

E’ un tributo alla Zona Orientale, chiamata anche Z.O., il lato Est della città in cui viviamo!

 

 

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