EXXXTRA special interview. Tra samples, beats e cuttin’ l’esplorazione del groove di Dj Stonic . Intervista a cura di Martino Vesentini

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Mi sono approcciato alla Cultura Hip Hop all’inizio degli anni Novanta, folgorato soprattutto dalla figura del DJ, quella capacità non comune di maneggiare i vinili, dando una musicalità unica al graffio, meglio conosciuto universalmente come ‘scratch’. Ho avuto la mia breve parentesi sui piatti, da ragazzino, un buon orecchio per mixare e nulla più, quel graffio proprio non mi veniva così bene come ai tempi sentivo fare da alcuni Alieni. A distanza di 30 anni e più, rimango ancora affascinato da chi è in grado di manipolare i suoni con le proprie mani, ne seguo davvero tanti sui social, ma uno di quelli che mi è rimasto davvero impresso nella mente sin dal primo video che ho visto è DJ STONIC. L’ho cercato, l’ho trovato… e portato sulle pagine di NooTempo per voi! Buona Lettura!

 

Qual è stata la prima scintilla che ti ha fatto innamorare della musica?

Parte tutto da piccolo, a 12/13 anni mi piaceva ballare la Break-Dance, poi verso i 15/16 anni ho cominciato a frequentare le radio e da li mi sono appassionato totalmente al mondo della musica, e della figura del DJ in particolare. Nel ’96 vidi per la prima volta la Finale DMC a Rimini e rimasi letteralmente folgorato, impazzito. Comprai la mia prima coppia di giradischi e cominciai a smanettare.

Chi vinse quell’edizione del DMC?

Me lo ricordo molto bene, vinse DJ Noize, un danese, con una routine bellissima, un pitch-play su un pezzo di Dr. Dre.

Torniamo alla tua storia, arrivano i due piatti e…?

Mi allenai tantissimo per poter partecipare a qualche competizione, l’obiettivo per me era quello. Nel 1999 riuscii così ad iscrivermi al Campionato Italiano che ai tempi si chiamava ITF, al Link di Bologna, un’esperienza stupenda dove conobbi un sacco di DJ e feci anche amicizia con alcuni di loro, come ad esempio il grande Tayone. Da li ho poi fatto tantissime altre gare, il DMC, altri ITF che poi diventò IDA, e via così.

Oltre alle competizioni hai anche lavorato in altri ambiti come DJ?

Ho sempre fatto anche il DJ da Club, sin dall’inizio, partendo da una discoteca del mio paese dove facevo il “Pomeriggio Giovane”, suonando Hip Hop ma anche House. Negli anni mi sono evoluto, inserendo nei miei Set molta Musica Elettronica, tanta Drum And Bass, che è il mio più grande amore. Oggi mi capita molto spesso di suonare in situazioni in cui l’Hip Hop non lo metto proprio, tipo in alcuni Festival.

Come nasce l’idea del seguitissimo format “Sai Com’è Nata”?

L’idea è di 2 o 3 anni fa circa, e subito non l’ho sviluppata perché avevo bisogno di elaborarla. Di molte tracce io conoscevo i Sample originali, poi la scintilla è scoccata guardando un film di cui purtroppo non ricordo il titolo, fatto sta che sentii il campione originale da cui nacque “Aspettando il Sole” di Neffa (produzione di Deda), ossia “Opus de Funk” di Milt Jackson, un pezzo jazz. E così è nato il primo volume della serie, mi piaceva il fatto di rielaborare il sample mettendoci del mio, soltanto con l’aiuto di giradischi e mixer, da vero DJ Hip Hop.

Ti dedichi anche alla produzione?

Assolutamente si, ho lavorato su diverse produzioni ed ora vorrei dedicarmi ad un Album da producer, ho già in mente diverse collaborazioni, sarà un mix tra Hip Hop ed Elettronica, le due sfumature che più mi caratterizzano.

Quanto è importante il Sample per te?

Credo sia alla base della cultura Hip Hop, del DJ, lo ritengo una cosa SACROSANTA! Mi spiace che ultimamente questa cosa si sia un po’ persa, anche se resiste ancora uno zoccolo duro di produttori che fanno musica partendo dal campionamento.

Può essere una questione legata al fatto che oramai si è campionato di tutto e rimane ben poco di originale da “saccheggiare”?

No, secondo me c’è ancora un sacco di roba, tanto è vero che nelle cose su cui sto lavorando ora ci sono Sample presi un po’ ovunque.

Che poi il bello può essere anche prendere lo stesso Sample usato da altri artisti, dandogli una veste diversa…

Certamente, pensa che io grazie al mio format ho scoperto che di alcune tracce sono sempre  state campionate le parti iniziali, tipo i primi 3 o 4 secondi e magari nessuno si è accorto che alla fine ci sono delle cose molto fighe rimaste ancora “vergini”. Anche su questo sto cercando di elaborare un po’ di idee per le mie prossime produzioni.

Quest’anno ricorre il 50° Compleanno dell’Hip Hop, quali sono i tuoi dischi fondamentali?

Ma guarda è difficile risponderti perché sono davvero tanti, forse più che i dischi ti direi alcuni artisti: su tutti ti cito Cypress Hill, KRS ONE e Run DMC, nei cui pezzi gli scratch erano onnipresenti. Poi anche House of Pain e Naughty By Nature, che ho ascoltato tantissimo. Guardando invece all’Italia, ti dico tutta la scena collegata a Sangue Misto, che mi ha sempre influenzato molto, sono un fan sfegatato di Neffa.

C’è qualche DJ che ti ha ispirato particolarmente per la tua carriera?

Anche qui sono tanti i nomi che dovrei farti, sicuramente non posso non citare alcune leggende come DJ Q-Bert e DJ Craze. A livello tecnico e musicale il mio DJ preferito attualmente è JFP, pluricampione del Mondo, fortissimo! In Italia ce ne sono tanti molto forti, come Damianito, Tayone, DJ Delta, ma poi ne potrei citare tanti altri, altrettanto bravi.

Per chiudere, dei tanti episodi creati per “Sai Com’è Nata” ne hai qualcuno a cui sei legato in particolar modo?

Senza dubbio quello de “La Porra”, che è il pezzo preferito in assoluto di sempre, quello che mi ha segnato in maniera indelebile.

 

 

 

 

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